Visti dall’albero. I prodigi del sindaco Renato Accorinti
Quello che è successo alcune ore fa ha dell'incredibile. La portata di quanto stiamo per raccontarvi è tale che la città di Messina sarà d'ora in avanti nota nel mondo non più per il terremoto del 1908, ma per il prodigio del sindaco Renato Accorinti.
Pare che dopo una notte di sonno agitato, la cui responsabilità ricade naturalmente su certa stampa che ha osato criticare una sua scelta, Accorinti si sia svegliato con un'insolita calma e serenità.
Chi lo ha visto nella mattinata racconta di un uomo sereno che parlava con un tono di voce basso e caldo e ascoltava l'interlocutore.
Ha abbracciato i giornalisti che ha incontrato, compresi quelli che scrivono su certa stampa, ha offerto il caffè a tutti quelli che ha incontrato e ha comunicato, tramite l'ufficio stampa del Comune, le coordinate bancarie del conto corrente nel quale versa le indennità di primo cittadino percepite dal suo insediamento a oggi.
Il nostro informatore ci racconta che ha avuto l'impressione che dal suo volto promanasse una luce azzurrognola, ma purtroppo si tratta di un uomo daltonico e quindi non possiamo darvelo per certo. Dalle 13.30, subito dopo un frugale spuntino consumato con i suoi più stretti collaboratori, non ha proferito parola per ben tre ore. Gli esegeti affermano che non gli accadeva dall'età di due anni.
Il congelamento dell'esperto alla comunicazione, che era stato avviato dai medici di Indietrononsitorna, è stato interrotto e Giampiero Neri si è immediatamente recato, con i capelli ancora ricoperti di ghiaccio, a Palazzo Zanca per seguire da vicino questi portentosi accadimenti.
Alle 17 Accorinti ha convocato tutti gli assessori, tranne Tonino Perna che era a Reggio Calabria, Nino Mantineo che dopo due mattine trascorse in Comune era stanchissimo ed era andato a dormire staccando il telefonino, Daniele ialacqua che ha iniziato oggi la sperimentazione della raccolta porta a porta prendendosi portate in faccia dagli abitanti di Torre Faro che non lo riconoscevano e Patrizia Panarello, che stava accompagnando a piedi i bambini delle scuole messinesi.
Ha fatto disporre gli assessori Guido Signorino, Gaetano Cacciola e Sergio De Cola e l'esperto Neri a esagono ponendosi al centro. Pare che detesti i cerchi. Si è posto il problema che mancavano due vertici dell'esagono perché gli assessori presenti erano tre più Neri. Il problema è stato brillantemente risolto da Elio Conti Nibali che, come ha scritto nella lettera con la quale ha fatto marcia indietro come assessore, continua a restare al suo fianco, e ha provveduto a sostituirli con due impiegati del Comune.
Accorinti non si è accorto della sostituzione, come non si è accorto che Conti Nibali era rimasto accanto a lui all'interno dell'esagono. O forse lo ha trovato normale. Pare che Federico Alagna, portavoce di Cambiamo Messina dal Basso, abbia scritto una breve nota di protesta di 12 pagine sull'accaduto, puntualizzando che il problema è politico e che Cmdb non ha nulla contro Conti Nibali.
Alle 17.30 in punto ecco che Renato Accorinti si trasfigura e inizia a parlare lingue incomprensibili, molto più del solito. Poi un lunghissimo silenzio, pare più di 40 minuti, ed ecco che il suo abbigliamento diveniva bianco e di un candore accecante. Sparita anche la scritta free Tibet dalla maglietta, elemento che ci fa decisamente propendere per il miracolo.
Poi è iniziato lento e profondo il fluire delle parole, anzi della Parola. Parlando a nome di una divinità di cui non si è compreso il nome (poco male, magari c'è un fonico cui far effettuare una perizia nei prossimi giorni in qualità di esperto e se non dovesse esserci lo si nomina) così ha parlato per bocca di Accorinti: “i messinesi nonostante abbiano come primo cittadino un uomo buono che li guida sulla via della pace e dell'amore, non sono ancora diventati tutti buoni.
Anzi, il maligno è entrato dentro certi giornalisti producendo opere diaboliche e insinuandosi nelle menti di tanti uomini facendo crescere in loro sentimenti di odio e invidia e scagliandoli contro l'uomo buono e giusto che è alla guida della città e gli altri uomini buoni e giusti che lui ha scelto per coadiuvarlo in quest'opera di redenzione e riscatto.
Bisogna porre subito rimedio a tutto ciò. Domani l'uomo buono e giusto che vi guida individuerà 20 tra uomini e donne che lo affiancheranno nel compito di cambiare la città e far diventare buoni tutti i suoi abitanti. Dopo aver comunicato a un'assemblea cittadina i loro nomi si riunirà con quelli che lo hanno sostenuto sin da prima che fosse chiamato a questo servizio e darà loro il privilegio di condividere questa scelta lanciando urla di giubilo, come avviene in ogni paese libero e democratico.
L'uomo buono e giusto si chiamerà “uomo buono e giusto del cambiamento”. Saranno istituite le “scuole del cambiamento”, che saranno obbligatorie per tutti gli abitanti e dove tutti impareranno a cambiare e studieranno la vita e i 40 anni di battaglie dell'”uomo buono e giusto del cambiamento”.
Per poter insegnare in queste scuole si potranno presentare dei curricula. L'uomo buono e giusto del cambiamento dopo aver individuato tra gli amici quelli che gli sono accanto da sempre e averli proclamati “insegnanti del cambiamento” esaminerà i curricula. I cinema, i teatri e tutti i luoghi di spettacolo si chiameranno anch'essi “del cambiamento” e proietteranno film e metteranno in scena opere teatrali sul cambiamento e anche loro sulla vita e i 40 anni di battaglie dell'uomo buono e giusto del cambiamento”.
Finito che ebbe di parlare Accorinti, o se preferite l'uomo buono e giusto del cambiamento, stravolto e madido di sudore si accasciò su una sedia e rimase per più di mezz'ora con con lo sguardo assente e trasognato. Quando si svegliò non ricordava nulla di quanto era accaduto e si stupì non poco nel ritrovarsi vestito di bianco e con la maglietta senza la scritta free Tibet.
Ascoltato il racconto dei presenti ne fu felice e iniziò a mettersi al lavoro per dare corso a quanto l'imprecisata divinità aveva per bocca sua annunziato. C'è chi giura di aver colto un lampo nei suoi occhi e un sorriso beffardo. C'è da credergli? Lasciamo ai nostri lettori la risposta, dopo esserci svegliati e aver realizzato che si trattava di un sogno. O meglio, di un incubo. Buona giornata dall'albero.