Visti dall’albero. L’assessore Tonino Perna

L'assessore Tonino Perna
L'assessore Tonino Perna

Dopo i fasti orioniani crediamo bene che l'assessore Tonino Perna, abbia bisogno di qualche giorno di riposo. Speriamo che siano solo pochi giorni, prima di tornare al lavoro. All'assessore Perna  si rimprovera da più parti una scarsa presenza in città.

Era il 30 ottobre dello scorso anno quando il sindaco Renato Accorinti, fra squilli di trombe e rullii di tamburi gli assegnò la delega alla Cultura. Subito dopo si iniziò a parlare delle iniziative per il Natale, naturalmente a costo zero. Lì Perna iniziò a ripetere la litania, il mantra della mancanza di fondi. Sindaco e assessore rivolsero appelli accorati a musicisti e attori perché si esibissero senza alcun compenso.

Qualcuno, pochi in verità, lo fece. Poi l'amministrazione trovò qualche migliaio di euro che andarono a un'associazione culturale pare molto vicina al sindaco. Gli altri artisti non la presero bene, si sentirono presi in giro.

Ma il nostro assessore, che ha brillato in quest'anno per assenza e distanza, non è stato quasi mai presente alle riunioni dei gruppi di lavoro e pian piano le riunioni si fecero sempre meno frequentate, fino ad esaurirsi. In fondo, gli artisti chiedevano soltanto un regolamento per la fruizione degli spazi comunali in cui produrre spettacoli, con in testa il PalaCultura.

Stanno ancora aspettando una risposta. Le voci che ci giungono qui sull'albero lo vogliono assente e disinteressato. Perché Perna, invece di dare risposte al mondo della cultura messinese, in quelle rare e fugaci apparizioni in città ha continuato a ripetere  la solita logora, vecchia, trita litania del non ci sono fondi, fino a minacciare le dimissioni.

Non la prenda a male Perna, ma non ci sembra di vedere nessuno in città turbato dalla prospettiva che lasci l'incarico. Così come crediamo che non saranno molti gli affranti se decidesse di farlo. Da un insigne accademico più volte prestato alla politica, gli operatori del settore e i cittadini si aspettavano un contributo di competenza, esperienza,  un momento di fantasia, un'idea nuova, originale e vincente. Un sussulto, uno scatto d'orgoglio, che smentisse quanti, malignamente, lo vedevano più impegnato nella campagna elettorale da candidato alle con la lista Tsipras o a ipotizzare la candidatura del centrosinistra per la sindacatura di  Reggio  Calabria, che interessato ai destini della cultura e dello spettacolo messinesi.

E così, dopo mesi di silenzio interrotto solo dalla commozione in occasione della Vara, Perna ha ripreso la peregrina idea, già annunciata, della moneta complementare. Confortati dal parere di più di un economista, ci sentiamo di affermare come la stessa sia veramente inutile. Ben altri, pensiamo, siano i problemi da affrontare nel campo della cultura a Messina.

Del resto, proprio Perna sperimentò la moneta complementare quando era presidente del Parco dell'Aspromonte, con una presentazione in pompa magna alla Borsa di Milano come se fosse l'idea del secolo, la panacea che avrebbe risollevato le sorti economiche di quella zona della Calabria. Ma come ci dicono le cronache dell'epoca, si rivelò un colossale fallimento.

Tornando in riva allo Stretto, l'assessore alla Cultura ci sembra assente e distante da tutte le sedi in cui era necessaria e importante la sua presenza, a partire dal Teatro Vittorio Emanuele. Ma due esempi che rivelano questa distanza siderale dalla città e dalla sua storia sono sotto i suoi occhi. Anzi, a dire il vero, uno è sopra la sua testa. Parliamo dell'Anfiteatro del PalaCultura, proprio sulla terrazza del dove hanno sede gli uffici del suo assessorato.

Due anni fa fu intitolato a  Domenico  Cicciò, giornalista, scrittore e critico letterario messinese scomparso prematuramente all'inizio degli anni '70, e ospitò d'estate le stagioni musicali dell'Associazione Vincenzo Bellini e dell'Accademia Filarmonica. Adesso giace nell'abbandono e nel degrado. L'altro esempio è quello di Michelangelo Vizzini, storico fotografo e fotoreporter della città i cui figli attendono da anni che proprio all'interno del  PalaCultura sia assegnata loro un locale, più volte promesso, dove esporre le foto, gli strumenti e le attrezzature con cui si sviluppavano un tempo le fotografie.

Sono due storie di messinesi illustri che con la penna e con le immagini fotografiche  hanno amato e raccontato questa  città. Intendiamoci, non attribuiamo certo a Perna la responsabilità del degrado dell'Arena o la mancata assegnazione dello spazio per la mostra degli strumenti di Vizzini. Ma queste due storie ci sembrano emblematiche, paradigmatiche della distanza e dell'apparente mancanza di interesse che l'assessore alla Cultura dimostra verso questa città, verso la sua identità e la sua storia  recente.

di Cosimo Piovasco di Rondò

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