#Vestiti,usciamo. L’amore, i sogni e il mostro di Loch Ness
I sogni. Ecco, oggi stavo pensando ai miei. Quelli di una ragazza comune, piena di insicurezze, di paure ma con una voglia illimitata di volare. Dove? Non lo so. Mi piace pensare sempre che il bello deve ancora arrivare e forse è proprio questa continua ricerca del di più che non fa vivere a pieno le emozioni. Tanto, quelle che verranno dopo saranno sempre di più. E poi? E poi si arriva a 32 anni con un bisogno incredibile di capire cosa siamo diventate. Donne in carriera, mamme, amanti, fidanzate. A volte felici, altre insoddisfatte. E alla domanda: ma io chi sono? Rispondiamo che siamo tutto. Completamente plasmate in base alle circostanze, alle persone che ci circondano e con i valori emocromatici che hanno la stessa salutare formula dei marshmallow. E poi l'amore, in tutte le sue sfaccettature. Emily Dickinson paragonò il proprio cuore a un diamante grezzo, da tagliare. Ma poi voi l'avete capito cos'è questo amore? Qualcuno ha mai provato questo misterioso sentimento? Io paragono l'amore sempre al mostro di Loch Ness. Tutti dicono che esiste, ma nessuno l'ha mai visto dal vivo. E allora via con l'immaginazione. L'amore potrebbe essere dedizione, sacrificio, sincerità, condivisione, passione, erotismo, attrazione, responsabilità, attaccamento, fedeltà. Dunque, da dove ero partita? Dai sogni, appunto, e tutti questi sono aggettivi legati al sogno. La realtà? La mia idea? La rubo a Dostoevskij: capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola sia stata pronunciata. Ecco, per me questo è l'amore. Zero ragione, zero definizione. Solo unità e fusione.