#Vestiti,usciamo. Quando l’abuso del cellulare diventa una fuga
Ricette, foto, giochi, social, siti porno. Il cellulare è diventato la nostra finestra sul mondo. Ma siamo sicuri che tutto questo non ci abbia allontanati dalla realtà? Siamo sicuri che questa tecnologia non ci abbia portati a una inconscia ma evidente solitudine? Mia nonna diceva che lo sguardo non mente ed è vero che forse per questo non ci si guarda più. Cari sognatori, i tempi di uno sguardo dice molto più di mille parole è giunto al capolinea. Non ci si guarda e non si parla. Abbiamo risolto ogni problema di incomprensione. Tra le invenzioni moderne il telefono cellulare è quello che richiede più educazione. Purtroppo, non riesco a unirmi al coro di gente che non si scandalizza più di nulla. Indignarsi è sano. Ormai è certo: il telefonino crea dipendenza. Lo teniamo sempre vicino, sempre addosso, lo si tiene sotto il cuscino, sul cruscotto, accanto al wc e, naturalmente, a tavola. Ecco, parliamo del cellulare a tavola. Che qualcuno di voi sappia, nel bon ton moderno il coltello da arrosto è sttao sostituito con il cellulare? Non so, magari per lanciarlo addosso a chi lo usa durante una cena o a un pranzo.
Lavorano tutti per il 118? Hanno tutti figli gravemente malati o in pericolo di vita a casa? Sono tutti badanti di anziani? Come diceva Dorothea Lange, la macchina fotografica è uno strumento che insegna alle persone come vedere senza macchina fotografica. Mai definizione fu più adeguata per chi fotografa con il cellulare (e poi, cosa ancor più grave, le pubblica sui social) pasta con il pomodoro, frittata servita su un piatto di plastica, angoli di casa propria, un piatto che si pensa sia ben presentato. Ma siamo diventati tutti pazzi? Tutti pronti per un TSO d'urgenza?
Non essendo personaggi famosi, evitiamo per favore di mettere in bella mostra per poi condividere sui social seni gonfiati, botulini (che arriva direttamente dal latino, per indicare la salsiccia), bocche sospese nel vuoto e del tutto prive di appeal. Quanto a voi maschietti, vi prego: censurate discutibili condivisioni sui vostri pettorali o sull'ultimo modello di orologio. Evitate di fotografare macchine fiammanti che non sono e non saranno mai vostre, marche di champagne che non berrete mai e frasi che esaltano la vostra presunta libertà di pensiero e di azione. Tanto, sarete solo una carta moschicida per la cafonaggine.
Ed eccolo qui, il crollo di stile equivalente al crollo del '29 di Wall Street. La verità è che la relazione più importante, difficile ed emozionante è quella che si ha con se stessi e non con i propri like su Facebook.