Truffa Sgarlata, il ministero non vuole pagare i risparmiatori
Ha vinto un causa per quasi 29 milioni di euro contro lo Stato difendendo migliaia di persone coinvolte nella cosiddetta truffa Sgarlata, ma ora il ministero dello Sviluppo Economico per motivi burocratici non vuole liquidare i suoi clienti, che hanno ottenuto il diritto al risarcimento grazie ad una sentenza passata in giudicato del Tribunale di roma.
Al centro della vicenda l'avvocato messinese Ernesto Dimitri Salonia, conosciuto per aver anche pignorato nel 1998 ben 3 mila miliardi di lire del bilancio dello Stato proprio per il fallimento della Società Fiduciaria Previdenza di Luciano Sgarlata, avvenuto nel 1985.
Il crack del finanziere, morto poi nel 1991, fu una delle truffe più ingenti del secolo e coinvolse 18 mila risparmiatori che affidarono i loro risparmi, circa 350 miliardi di lire, alla Previdenza spa con la promessa di interessi fino al 20%.
La Corte d'Appello di Roma condannò lo Stato al risarcimento del danno, ritenendo che il ministero dell'Industria, allora retto dal liberale Renato Altissimo, avesse rassicurato i risparmiatori sulla piena solvibilità di Sgarlata.
Oggi dopo trent'anni, i dirigenti del ministero ritardano a dare esecuzione alla sentenza 7791/12 del Tribunale di Roma, che ha condannato lo stesso dicastero al risarcimento danni per omessa vigilanza.
“Sono trascorsi 30 – spiega Salonia – i dirigenti del Ministero che avrebbero dovuto corrispondere subito le somme stanziate fin dal dicembre 2013 per l'ammontare di quasi 29 milioni di euro, si rifiutano di farlo, adducendo motivazioni pretestuose. Ora farò di nuovo il pignoramento del capitolo del bilancio stanziato specificamente per il pagamento dei miei clienti”.