Truffa alle assicurazioni: accolte le richieste del PM Massara

REALE Filippo1
Filippo Reale

Stamane all'alba nei comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Mazzarà Sant'Andrea, Milazzo e Terme Vigliatore i carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione a 5 misure cautelari personali per il delitto di associazione a delinquere finalizzata alla commissione delle truffe alle assicurazioni.

L'ordinanza emessa il 16 dicembre scorso dal Tribunale del Riesame di Messina dopo l'appello proposto dal P.M. Francesco Massara contro l'ordinanza del GI. del tribunale di Barcellona P.G. il 6 settembre 2013 è divenuta esecutiva il 29 maggio 2014, con dispositivo di sentenza emesso dalla Corte di Cassazione che ha rigettato gli appelli dei destinatari delle odierne misure cautelari.

Le indagini svolte dai dell'Arma e coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, lo ricordiamo, hanno accertato che il sodalizio aveva ideato un numero importante di falsi incidenti stradali, con conseguente importante danno alle compagnie assicurative, che dapprima avevano praticato premi molto onerosi e successivamente sono state costrette ad abbandonare il territorio dell'hinterland barcellonese. 

Arrestato Filippo  Reale, prima ai domiciliari. E sempre ai domiciliari in sostituzione dell'obbligo di dimora Giovanni D'Angelo e dell'obbligo di presentazione  Antonino Luca Gambino (Barcellona P.G., 1981, ivi residente). Divieto di dimora per Cosimo Sagona (Barcellona P.G., 1968, residente a Terme Vigliatore) e Maria Cosimini (Milazzo, 1978, ivi residente).

Associazione a delinquere finalizzata alla commissione delle truffe alle assicurazioni. Con questa accusa il 12 settembre scorso a Barcellona Pozzo di Gotto, Mazzarà Sant'Andrea, Milazzo, Castroreale, Terme Vigliatore e Tortorici i carabinieri avevano dato esecuzione a 16 misure cautelari personali.

Destinatari dei provvedimenti anche due avvocati e quattro medici. “Le indagini svolte dai militari dell'Arma e coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto -spiegano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina- hanno accertato che il sodalizio ha ideato numerosi falsi incidenti stradali.

Nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata del GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto sono indicati ben 33 sinistri falsi per i quali sono state avanzate richieste di risarcimento per un milione e mezzo di euro.

Le compagnie di assicurazioni, nella gran parte dei casi, hanno già liquidato l'intero indennizzo richiesto. Le indagini, iniziate nel novembre del 2010, si sono concentrate sulle frodi alle assicurazioni, fenomeno talmente diffuso sul territorio da aver costretto quasi tutte le compagnie di assicurazione ad abbandonare il comprensorio di Barcellona Pozzo di Gotto o a praticare premi di importo quasi proibitivo”.

La Procura della Repubblica e i carabinieri hanno installato una microspia all'interno dello studio legale di uno dei capi dell'associazione, l'avvocato Antonino Carlo Zarcone, che ha permesso di accertare le singole frodi. Numerose attività di intercettazione telefonica e di acquisizione documentale e diversi pedinamenti hanno permesso di costituire un robusto compendio probatorio ritenuto valido dal GIP.

DANGELO Giovanni1
Giovanni D'Angelo

Tre le tipologie di truffa. Nel primo caso, i capi del sodalizio criminale l'avvocato Zarcone e Filippo Reale costruivano a tavolino un falso incidente stradale. “Individuati i mezzi coinvolti, si provvedevano a creare ad arte i danni comprovanti il sinistro -spiegano ancora dal Comando. I militari dell'Arma hanno anche accertato che presso una pertinenza dell'abitazione di REale si ammaccavano i veicoli così da provare l'avvenuto sinistro.

Poi si individuavano i soggetti che figuravano quali feriti, che appositamente istruiti dai capi dell'associazione erano accompagnati presso il Pronto Soccorso di uno degli ospedali del comprensorio, dove riferivano di essere stati vittime di incidenti stradali e di accusare dolori, inducendo in errore il medico di turno, che solitamente attestava la presenza di lesioni, tendenzialmente giudicate guaribili in pochi giorni.

Successivamente la falsa vittima era inviata da uno dei quattro medici compiacenti, che firmava certificati attestanti il protrarsi della malattia e indicanti il nesso tra l'incidente stradale e la malattia e indicante delle invalidità importanti. Poi si presentava la richiesta di risarcimento del danno.

Di solito la compagnia di assicurazioni sottoponeva a visita medico-legale il danneggiato, che smentiva sempre le conclusioni del medico di parte. Da qui scaturiva un contenzioso che spesso si concludeva in via stragiudiziale con il riconoscimento a favore del danneggiato di un indennizzo minore rispetto a quello inizialmente richiesto”.

Se le compagnie si rifiutavano di pagare l'indennizzo si puntava alla citazione a giudizio dal Giudice di Pace. I capi dell'associazione criminale individuavano quindi almeno due falsi testimoni, che opportunamente istruiti fornivano una falsa testimonianza. Liquidato il danno con un assegno, Reale e Zarcone accompagnavano o facevano accompagnare da altri complice la falsa vittima in banca per intascare immediatamente il risarcimento.

GAMBINO Antonino Luca1
Antonino Gambino

Di solito l'assegno era inviato o allo studio di Zarcone o a quello dell'avvocato Anna Maria Coppolino, così da avere l'assoluto controllo anche della riscossione del denaro. Spesso si otteneva un risarcimento anche per i danni ai mezzi.

In altri casi, sono stati utilizzati dei veri incidenti facendoli passare per sinistri stradali inventati di sana pianta o, nel caso in cui questi ultimi fossero veri,  Zarcone e Reale individuavano dei falsi feriti che con la complicità dei medici compiacenti ottenevano un indennizzo non dovuto.

L'indagine, nell'ambito della quale sono state emanate le 16 misure cautelari, vede coinvolti ed iscritti sul registro degli indagati più di 200 soggetti.

Un consulente medico, docente presso l'Università degli Studi di Messina, su richiesta di una compagnia assicurativa si è così espresso: “Si evidenzia che il caso rientra a pieno titolo fra quelli, assai poco limpidi, che con grande frequenza si ha modo di osservare nel distretto di Barcellona. Si tratta di casi nei quali è costante l'intervento di soliti noti medici che con estrema disinvoltura emettono certificazioni o reperti di indagini diagnostiche assai compiacenti, a supporto di lesioni rilevanti, di fatto insussistenti, e/o di percorsi clinici consistenti, con il fine poi di rendere ammissibili postumi più o meno rilevanti. Tale fenomeno avviene sotto gli occhi e con buona pace di tutti … “.

Arresti domiciliari per Filippo Reale (Mazzarra' Sant'Andrea, 1970, ivi residente), avvocato Antonino Carlo Zarcone (Barcellona P.G., 1980, ivi residente), dottor Bernardino Salamone (Barcellona P.G., 1968, residente a Castroreale), dottor Giuseppe Milone (Barcellona P.G., 1961, residente a Milazzo).

Divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale per il dottor Claudio Aliberti (Barcellona P.G., 1979, ivi residente), dottor Domenico Giunta (Barcellona P.G., 1961, ivi residente), avvocato Anna Maria Coppolino (Basicò, 1971, residente a Barcellona P.G.),

Obbligo di dimora nel comune di residenza per Giovanni D'Angelo (Milazzo, 1980, residente a Barcellona P.G.), Elisabetta Sidoti (Oliveri, 1970, residente a Barcellona P.G.), Anna Maria Campanella (Palermo, 1971, residente a Terme Vigliatore), Antonino Bisognano (Barcellona P.G., 1984, residente a Mazzarrà Sant'Andrea), Filippo Iannello (Barcellona P.G., 1956, ivi residente).

Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altre 4 persone: tre di Barcellona Pozzo di Gotto e una di Tortorici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *