Truffa alla Regione, sequestrato lo yacht “Cinzia”
Sequestrato dagli uomini della Guardia di Finanza della Stazione Navale di Palermo e della Sezione Operativa Navale di Messina lo yacht Cinzia, al centro di una presunta truffa ai danni della Regione Sicilia.
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Messina Camillo Falvo, ha già visto il 30 maggio scorso la richiesta di rinvio a giudizio di sei persone, tutte indagate a vario titolo per falso e truffa ai danni della Regione Siciliana. Oltre agli imprenditori Nino e Giacomo Giordano, nell'inchiesta è coinvolto anche il presidente di Confindustria Messina Ivo Blandina, in carica dal 15 giugno 2007.
Il prossimo 2 ottobre tutti gli indagati dovranno comparire davanti al GUP Salvatore Mastroeni. A chiedere il loro rinvio a giudizio la settimana scorsa il sostituto procuratore della DDA Camillo Falvo.
Oltre a Blandina dovranno presentarsi in tribunale l'imprenditore Nino Giordano, in passato iscritto all'Ance, l'associazione costruttori di Confindustria Messina, e amministratore della Blue Dream srl, il fratello di quest'ultimo, Giacomo, che tramite un'altra azienda detiene parte delle quote della Blue Dream, i loro soci Martino Bianco e Stefano Costa e Antonino Leanza, funzionario di banca.
Alcuni anni fa alla Blue Dream fu concesso un finanziamento regionale di 552 mila euro per acquistare 24 imbarcazioni da destinare al trasporto dei turisti. Ma con la somma fu acquistato uno yacht di lusso, il Cinzia, che secondo gli inquirenti invece di essere destinato al turismo era utilizzato soprattutto per uscite con amici e parenti.
Secondo l'accusa Blandina, amministratore della Comet, la società che gestisce il porticciolo marina di Nettuno realizzato davanti alla Prefettura, avrebbe fatto figurare Messina come il luogo di ormeggio dello yacht, mentre la base del Cinzia era il porto di Milazzo.