MESSINA. De Luca manda a casa Giunta e vertici delle società partecipate. Di fatto, nonostante i tentativi dell'attuale sindaco di Messina Federico Basile di farla passare per una scelta condivisa, il primo cittadino di una cittadina, Taormina, dice all'omologo della tredicesima città d'Italia e suo successore, quello che deve fare. In questo caso, decapitare esecutivo e Consigli di Amministrazione di amam, ARISME, ATM, Messina Servizi e Messina Social City. Dal suo letto d'ospedale De Luca ne ha per tutti, compreso il proprio delfino Danilo Lo Giudice, coordinatore regionale di Sud chiama Nord e sindaco di Santa Teresa Riva, precedentemente amministrata dallo stesso leader di ScN. Un attacco durissimo, nell'aria già da tempo, sferrato stamane su facebook alle 8.50.
“Io non mi sono mai dimenticato da dove sono partito e di quando l'acqua del torrente Fiumedinisi mi sembrava champagne -tuona De Luca. Tanti miei collaboratori e rappresentanti nelle istituzioni si sono dimenticati da dove siamo partiti e cosa facevano prima di conoscere Cateno De Luca, diciamo che si sono adagiati ed imborghesiti.
Ieri ne ho parlato con il mio Federico Basile Sindaco di Messina e siamo rimasti che oggi in nome e per conto mio sarà richiesta la consegna delle dimissioni di tutti i componenti delle partecipate e dei singoli assessori per aprire la fase già preannunciata da tempo di un naturale tagliando a due anni dall' insediamento dell'Amministrazione del sindaco Basile. Ho già fatto sapere al coordinatore regionale di Sud chiama Nord Danilo Lo Giudice che non sono contento del suo operato e non condivido l'andamento della campagna elettorale ed il lassismo che ho registrato tra tante figure istituzionali che oggi esistono grazie all'azione di Cateno De Luca e di Sud chiama Nord”.
Poi l‘attacco agli ex Dafne Musolino e Alessandro De Leo (ma rumors sempre più insistenti anticipano anche altri addii a De Luca subito dopo le europee) e l'avvertimento ai consiglieri comunali che gli sono rimasti a Palazzo Zanca, dove ormai sono la minoranza: “Mi sono stancato di essere attorniato da amici ed amiche che ormai hanno assunto le sembianze dei parassiti che ti girano attorno quando tu sei presente ma quando giri le spalle si fanno i cazzi loro. Se qualche consigliere comunale intende stare a libro paga di qualche strano ambiente deve essere allontanato immediatamente dal partito perché contamina gli altri”.
Ancora più pesante l'affondo verso assessori e componenti i CdA delle società partecipate di Messina, relativamente ai quali, stando alla Costituzione, la scelta dovrebbe essere di Basile e non di De Luca. “Chi ha ruoli istituzionali e non ha intenzione di mettersi la maglietta della libertà e fare campagna elettorale se ne vada via ora perché sono stufo degli scodinzolamenti e degli sculettamenti per mettersi in mostra mentre chi lavora nei sottoscala o dietro le quinte non viene valorizzato o, peggio ancora, mortificato e sbeffeggiato. Io sono diventato Cateno De Luca senza tutti “mezzi uomini e mezze donne” e se ho sbagliato nel consentire loro questa trasformazione e deriva chiedo scusa a loro e chiedo scusa ai miei elettori”.
Come da copione, bocche cucite a Palazzo Zanca e nelle sedi delle partecipate. Gli ormai ex assessori e vertici (a meno che non ci siano altri colpi di scena, con perdono pubblico a Canossa-Fiumedinisi nonostante non si sia più in pieno inverno e non si posa sperare in una bella nevicata dall'effetto scenografico) non fiatano. A mala pena respirano e, come da copione, sul sito del Comune non c'è alcuna dichiarazione ufficiale di Basile: solo note relative a eventi fondamentali per la città come l'RDS Summer Festival, la seconda edizione di “Bellezze storiche messinesi” e la finale regionale di volley al Palarescifina. Ite, missa est.
Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.