Trivellazioni in Sicilia, M5S: “Due soli addetti per i controlli”
Due soli addetti ai controlli e alle attività di polizia giudiziaria in tutta la Sicilia. La Regione abdica alla vigilanza sulle trivellazioni nell'Isola.
A denunciarlo durante un'audizione in commissione Ambiente all'ARS la parlamentare del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri, che ha chiesto un'apposita convocazione.
“Volevo avviare un confronto con esperti, amministratori, cittadini e Urig, l'organo di vigilanza nel settore estrattivo per gli idrocarburi in Sicilia -spiega- per avere un'idea dello stato delle ricerche e delle autorizzazioni e per denunciare alcuni aspetti della legge regionale che disciplina la prospezione, la ricerca, la coltivazione, il trasporto e lo stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi, la legge 14 del 2000, come ad esempio il fatto che i dati sulle trivellazioni in Sicilia e in Italia sono segreti, segreti industriali per la precisione. Questo in previsione di una rivisitazione della stessa legge”.
Durante la seduta è emerso che attualmente sono due gli addetti dell'URIG (Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermica) che controllano le pratiche e contestualmente svolgono compiti di polizia giudiziaria. Nessuna programmazione ed emergenza costante.
“Se l'URIG non ha l'organico sufficiente per i adeguati controlli –dichiara la Palmeri- forse non ci sarebbero neanche i presupposti per trivellare in sicurezza o per controllare le società che fanno istanza di permesso nell'Isola. Queste società in alcuni casi si sono dimostrate scatole vuote, con capitali sociali ridicoli a fronte dei capitali enormi che servono per le tecnologie minime o per eventuali bonifiche ambientali”.
A destare preoccupazioni anche il decreto Sblocca Italia, con il quale le competenze sulla valutazione della possibilità di ricerca di idrocarburi in Sicilia potrebbero passare dalla Regione allo Stato.