Triscele, si va verso la cassa integrazione straordinaria

Vertenza Triscele 20121022 GI7Q2026
I lavoratori della Triscele in Prefettura

Senza Piano Industriale niente cassa integrazione. E su questo punto il prefetto Alecci è stato molto chiaro: l'azienda il piano lo deve presentare, non fosse altro che per garantire 24 mesi di cassa integrazione ai 41 dipendenti della Triscele.

All'incontro al Palazzo del Governo l'azienda era rappresentata da Alessandro Faranda e da alcuni tecnici della società, che pare stiano lavorando al Piano Industriale.

Dopo una discussione piuttosto animata è stato fissato un nuovo appuntamento per il 15 novembre, durante il quale si valuteranno i passi in avanti fatti dall'azienda in tal senso. Sotto intanto, ad aspettare l'esito del vertice, c'erano i lavoratori della Triscele, che dalla settimana scorsa manifestano davanti all'azienda, che produce birra dagli anni Venti.

Quando i sindacalisti hanno riferito dell'apertura dell'azienda, i dipendenti della Triscele hanno deciso di sospendere la protesta fino al prossimo incontro.  Il 31 dicembre, data in cui scadrà la cassa integrazione in deroga si avvicina, e se l'azienda non presenterà il Piano Industriale dimostrando così di voler riprendere la produzione, anche se non più nello storico stabilimento di via Bonino, non ci sarà alcuna possibilità di ottenere gli ammortizzatori sociali.Vertenza Triscele Alecci 20121022 GI7Q2035

Alla riunione in Prefettura, oltre ai tre segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil di Messina Mastroeni, Cipriano e , erano presenti anche le RSU aziendali.

E' stato messo a punto un calendario di incontri tecnici tra le parti in Prefettura, il primo tra due settimane, per definire il percorso finalizzato alla delocalizzazione dell'attività produttiva ed all'avvio della cassa integrazione straordinaria.

“Siamo parzialmente soddisfatti dalla ripresa di un'interlocuzione che era rimasta ferma all'ultimo incontro dello scorso giugno -commenta Giovanni Mastroeni, segretario generale Flai Cgil Messina. Il nostro obiettivo resta comunque quello della salvaguardia dei posti di lavoro e della ripresa della produzione di un prodotto storico per la nostra città”.

Alla fine del 2007 il Gruppo Faranda riprese il controllo dello stabilimento di famiglia, venduto oltre 20 anni prima all'Heineken. Il lancio di due marchi e di tre tipi di birra non è riuscito a dare l'impulso sperato alle vendite e l'anno scorso è arrivato lo stop alla produzione con la decisione di vendere l'area dello stabilimento, secondo la società sottoutilizzata rispetto alle esigenze di mercato, e di delocalizzare l'attività.

Per i vertici della Triscele, il mancato cambio di destinazione d'uso dell'area (la pratica è ancora ferma a Palermo), che consentirebbe la realizzazione di alcuni edifici e quindi garantirebbe un'importante afflusso della liquidità indispensabile per l'apertura di un nuovo stabilimento, sono alla base della crisi aziendale.

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