Titoli e disposizione dei posti a tavola
Gentile Contessa Lara, mi sono laureata 5 anni fa con il massimo dei voti e adesso sono stata assunta in un'importante associazione. Visto che è un ambiente di lavoro, mi sembra normale essere chiamata con il titolo che mi spetta per legge. Invece non sono pochi tra coloro che frequentano l'associazione, soprattutto uomini, a chiamarmi signora o addirittura signorina, visto che non sono sposata! Nella vita privata mi presento sempre con nome e cognome, ma sul luogo di lavoro questo atteggiamento mi dà fastidio, anche perché noto una certa condiscendenza nel rivolgersi a me in quel modo. Cosa posso fare? Liliana G.
Gentile Liliana, purtroppo la sua è una causa persa contro il maschilismo e la maleducazione. All'estero gli unico dottori sono i medici o coloro che hanno conseguito un dottorato, mentre da noi è sufficiente una laurea. Mi sembra quindi giusto che sul luogo di lavoro lei si presenti come la dottoressa G, tanto più che spesso c'è il problema contrario, visto che ci sono dei semplici diplomati che esigono un titolo che non spetta loro. Quanto a pretendere che gli altri riconoscano il suo con facilità, mi sembra un'impresa titanica. Si limiti a ignorare la loro scortesia e, se la conversazione gliene dà l'opportunità, ribadisca che lei è laureata, confidando in un lampo di genio che forse non arriverà mai.
Cara Contessa Lara, non sono sposata e amo organizzare piccole cene tra amici. Visto che non esiste un signor C. quando invito due coppie come mi devo regolare nel distribuire i posti a tavola? Grazie di cuore. Barbara A.
Gentile Barbara, il quesito che lei mi pone è molto semplice. Metta alla sua destra ed alla sua sinistra le sue invitate in ordine di importanza, di età o di conoscenza e sistemi i loro accompagnatori alternandoli: alla sua destra il marito di chi siederà alla sua sinistra e viceversa. E' vero che in questo modo tre donne siederanno accanto ma così potrà onorarle entrambe concedendo loro il posto d'onore.