#TermeVigliatore. Mafia, ecco chi sono i 3 complici di Zanna

barcellona_arresti_carabinieri_siciliansA pochi giorni dall'arresto di Zanmir Dajacj, pregiudicato albanese legato al clan barcellonese dei cosiddetti mazzarroti, rintracciato a Terme Vigliatore lunedì scorso e che adesso dovrà scontare 12 anni di reclusione per associazione mafiosa, gli sviluppi investigativi connessi hanno consentito ai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto di conseguire un ulteriore importante risultato. Ieri, mattina, infatti, i militari della città del Longano hanno arrestato altri 3 pregiudicati e hanno denunciato a piede libero un quarto soggetto, un minorenne, per detenzione e porto illegale di arma e munizioni, oltre a ricettazione in concorso. In manette Giuseppe Trifirò (20 anni), Tindaro Campanino (26 anni) e Bartolo Costantino (31 anni).  L'operazione arriva a pochi giorni dall'arresto di Zanmir Dajacj, detto Zanna, ed è strettamente connessa con il suo arresto.

I Carabinieri del Nucleo Operativo di Barcellona Pozzo di Gotto, infatti, dopo l'arresto del 43enne albanese, ritenuto elemento di spicco dell'ala mazzarrota della famiglia mafiosa barcellonese e già condannato a 12 anni per associazione mafiosa nell'ambito del processo Gotha – Pozzo II, hanno continuato a monitorare con attenzione il casolare abusivo di contrada Case Bruciate, ritenendo che il rifugio, ben occultato da sguardi indiscreti poiché recintato con alte protezioni oscuranti, non era soltanto il nascondiglio di  Dajcaj a Terme Vigliatore in violazione della misura cautelare, ma anche un punto di ritrovo impiegato per la gestione di attività illecite.

E in effetti, dopo vari giorni di monitoraggio, alle prime luci dell'alba di ieri, i militari hanno notato la presenza di 4 soggetti, giunti a bordo di un autocarro, che una volta entrati nel vivaio abusivo di Zanna, hanno tentato di interrare un voluminoso involucro in plastica. Immediatamente i militari, apostati nelle vicinanze, hanno proceduto all'irruzione bloccandoli prima che potessero fuggire. Nell'ingombrante busta che stava per essere interrata i militari hanno rinvenuto un fucile da caccia calibro 12 perfettamente funzionante e di ottima fattura, oltre a un ingente quantitativo di munizioni che erano custodite in bocce di vetro opportunamente sigillate, forse per resistere all'umidità del terreno.

I successivi riscontri condotti nell'immediatezza hanno permesso di accertare che il fucile era stato rubato in un'abitazione di Barcellona Pozzo di Gotto nel gennaio 2016. Sarà ora compito dei tecnici del RIS di Messina stabilire se l'arma è già stata adoperata per commettere reati o fatti di sangue. Di sicuro il fucile e le munizioni era pronti per essere nascosti, magari nei lunghi filari di agrumi che impedivano la vista del rifugio costruito da Zanmir Dajcaj. I Carabinieri hanno quindi proceduto al sequestro di tutta l'area, 3500 metri quadrati, recintati da alte palizzate e teli ombreggianti, oltre al fabbricato abusivo che era stato ricavato all'interno. Nei prossimi giorni saranno effettuate verifiche catastali per accertare la reale proprietà dei terreni utilizzati da Zanna per il vivaio abusivo.

Gli arrestati, come disposto dal sostituto procuratore della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto Matteo De Micheli, sono stati condotti nelle rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida degli arresti. La complessa operazione che ha portato prima all'arresto di Zanmir Dajcaj e, a stretto giro, di altri 3 soggetti a lui collegati, conferma l'attenzione della Compagnia di Barcellona pozzo di gotto sul fenomeno mafioso, anche nell'area di Terme Vigliatore, soprattutto nel comparto florovivaistico, ambito imprenditoriale che, come nota, da sempre stuzzica gli appetiti della mafia locale.

 

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