Teatro. Mari/age di Palazzolo apre la nuova stagione del Teatro Clan Off di Messina

mari.age MESSINA. Prenderà il via questo fine settimana la nuova stagione teatrale che animerà fino a maggio, con un appuntamento al mese, il Clan Off teatro di via Trento, a Messina. La nuova stagione, sotto la direzione artistica di Mauro Failla e Giovanni Maria Currò, che quest'anno si arricchisce della collaborazione della Rete di drammaturgia contemporanea Latitudini, propone alcune tra le voci più interessanti della drammaturgia contemporanea con una particolare attenzione al meridione.
A inaugurare il , che prevede anche degli eventi speciali fuori abbonamento, sarà sabato 28 con repliche alle 18.30 e alle 21 e domenica 29 ottobre 2017 con repliche alle 18.30, lo spettacolo Mari/age, scritto e diretto dal palermitano Rosario Palazzolo, (premio dell'Associazione nazionale critici di teatro nel 2016), con Delia Calò, Viviana Lombardo, Sabrina Petyx, Dario Raimondi, Chiara Italiano, una produzione TMO (Teatro Mediterraneo Occupato, Palermo) con teatrino controverso.
LO SPETTACOLO
mari age 4Mari/age è la seconda mossa della quadrilogia dal titolo Santa Samantha Vs – sciagura in quattro mosse, un racconto corale che Palazzolo svilupperà intorno alla figura di Samantha, una bambina e poi una donna che nasce a Palermo e che a Palermo, città decadente e trash, che si fa universale, trasversale, ecumenica, vive un'esistenza minima, fatta  di cugine, di santissime marie, di credenze popolari che l'incoronano suo malgrado Madonna in terra, obbligandola a dispensare miracoli. Una sorta di narrazione seriale, un rompicapo psicanalitico, una violenza gratuita, un sortilegio sociale. Mari/age è il racconto della festa di matrimonio di Samantha, il giorno in cui diviene Maria e sposa il suo Giuseppe che però di nome fa Girolamo e finalmente offre la propria vita agli altri, il luogo di questa offerta è una sala trattenimenti poco dopo la funzione in chiesa, in scena il centrale, quello degli sposi, gli altri tavoli disposti circolarmente, il quartiere, i parenti, e in mezzo a tutto questo quattro personaggi a dimenarsi: per l'appunto Samantha/Maria, Girolamo, le terribili cugine Fatima e Rita. Samantha vivrà̀ il proprio matrimonio come un'opportunità̀ per migliorare la propria vita ed è innamorata senza essere innamorata di quel Girolamo che sta al suo fianco e che sarà l'unico portatore insano e silenzioso di un sovvertimento impensabile: tenterà con i pochi mezzi a sua disposizione di controbattere le due cugine, vere esecutrici di consuetudini, donne immobili e indolenti, perfettamente a loro agio nel ruolo di mantenitrici di un equilibrio malsano, che sgambetteranno pubblicamente affinché vengano reiterati i medesimi meccanismi del privato, quelli in cui ciascuno ha un ruolo predeterminato, garantito, necessario. Il tutto in una lingua scotennata e variopinta, una lingua disponibile all'errore, al fallimento, all'incomprensione, una lingua in cui le virgole smettono di essere virgole e divengono interpunzioni emotive, sequenziali, e in cui lo scherno e la sciagura propongono il medesimo racconto, abbastanza divertente, moltissimo pauroso.

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