Teatro. La Palermo di Peppe Schiera raccontata al Biondo da Salvo Licata

ph © rosellina garbo 2017

PALERMO. Debutterà il 10 gennaio alle 21, nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo, C'era e c'era Giuseppe Schiera, l'omaggio di Salvo Licata al cantore beffardo della Palermo popolare degli anni del fascismo. Il nuovo allestimento, prodotto dal Biondo in collaborazione con l'associazione Culturale Kleis è diretto da Enrico Stassi, che aveva portato per la prima volta in scena il testo di Licata nel 1995. Salvo Piparo interpreta, con la sua incontenibile verve, le irriverenti sparatine di Schiera, che sono l'anima del testo di Licata, originariamente interpretato da Giorgio Li Bassi e oggi arricchito dalla voce di Costanza Licata, che prolunga in scena l'impegno e la memoria del padre Salvo interpretando le sue canzoni. Completano il cast Giovanni Valenza e Marco Macaluso alla fisarmonica. Le scene sono di Elisabetta Giacone. Repliche fino al 21 gennaio. Peppe Schiera, poeta di , era nato nella borgata di Tommaso nel 1898, e morì, dopo una vita di stenti, nel bombardamento del 9 maggio 1943 davanti al rifugio antiaereo di via Perez. “Ai toni trionfalistici dei giornali, cinegiornali e manifestazioni ufficiali dell'epoca – scrive Licata – Schiera opponeva un controcanto, tutt'altro che sommesso, fatto di sberleffi e della più cruda realtà quotidiana. Per questo suo modo irriverente, conobbe i rigori del regime: olio di ricino, manganello e frequentissimi soggiorni in camera di sicurezza”.

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“Di fronte a un testo teatrale così pirotecnico e ricco di parola – spiega il regista Enrico Stassi – ho scelto di celarmi il più possibile: allora (nell'edizione del 1995), come adesso, nell'incontro con Salvo Piparo, che ha preso il testimone di una tradizione affabulatoria e poetica così cara ai palermitani. Ho concepito con discrezione un disegno nel quale il testo di Salvo Licata, i suoi umori surreali e metafisici, il suo interprete sanguigno, venissero esaltati con l'aiuto di pochi elementi essenziali: un solo attore parlante (Salvo), che interpreta anche tutta la teoria di voci e personaggi presenti nel copione; un secondo attore, muto (Giovannino), che è a un tempo servo di scena, spalla, figurina pubblicitaria, illustrazione d'epoca e anche piccolo alter ego di Giuseppe Schiera. Un'ambientazione sonora di musiche del tempo e alcune apparizioni musicali dal vivo (Costanza e Marco) dietro le quali si cela la voce dell'autore e il suo sguardo sulla città”.

 

 

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