Taormina, 5 arresti per la rapina ad un gioielliere di Letojanni
Sequestro di persona, rapina e ricettazione. Questi i reati che a vario titolo sono contestati per gli autori di una rapina commessa a Letojanni il 30 dicembre scorso. Manette per Alfio Papotto, detto “Alfredo” (Bronte, classe 1981), Gianluca Papotto (Bronte, classe 1985), Samuele Rosario Lo Castro (Randazzo, classe 1985) e Salvatore Crastì Saddeo (Randazzo, classe 1976), che sono stati condotti nel carcere di gazzi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Arresti domiciliari invece per Nunzio Spartà, (Bronte, classe 1975). Per lui l'accusa di ricettazione, poiché dopo la rapina ha venduto parte dei gioielli ad un negozio di Compro Oro, ricavandone mille euro.
Ad eseguire i provvedimenti emessi dal GIP del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica, i carabinieri della Compagnia di Taormina.
I fatti risalgono al 30 dicembre scorso, quando intorno alle 20 i quattro arrestati, tutti con il volto nascosto da un passamontagna, hanno aggredito una coppia mentre rientrava a casa.
Puntando contro le pistole i rapinatori obbligarono i coniugi a farli entrare in casa, colpendo al volto l'uomo quando tentò di reagire. Dopo avere rubato i preziosi trovati nell'abitazione, i quattro si fecero consegnare le chiavi della gioielleria di famiglia, gestita dalla figlia delle due vittime.
A quel punto la banda si divise. Alcuni andarono in gioielleria dove svuotarono la cassaforte, mentre altri restarono a casa, continuando a rubare, dopo avere chiuso i coniugi in bagno ed averli legati con del nastro adesivo a due sedie.
Solo dopo tre ore, dopo essere riusciti a slegarsi, le vittime riuscirono a chiamare il numero di Pronto Intervento 112 della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Taormina e a chiedere aiuto.
Le indagini dei militari dell'Aliquota Operativa del NORM della Compagnia di Taormina, si concentrarono subito su sui possibili basisti ed esecutori del sequestro, individuandoli in due fratelli di origini polacche residenti a Letojanni, Luca e Andrea Lo Turco, di 20 e 23 anni. Il primo già noto alle forze dell'ordine, il secondo incensurato
Alcuni giorni dopo la rapina, i carabinieri li fermarono per un controllo sul lungomare della frazione Mazzeo di Taormina. Durante la perquisizione dell'auto fu recuperata una collana di perle e oro giallo, ancora recante l'etichetta con il prezzo 4.950 euro, provento della rapina, mentre a casa dei Lo Turco furono recuperate, ben nascoste, due borse con preziosi, monili e bigiotteria: il bottino della rapina.
Nell'abitazione di Letojanni di Salvatore Ferrara (Milazzo, 1975), i carabinieri trovarono invece una pistola, un passamontagna e gli abiti utilizzati durante la rapina. Tutti e tre furono portati nel carcere di Gazzi.
Le indagini andarono avanti e anche grazie al resoconto delle vittime ed ai rilievi, si arrivò ad identificare anche i fratelli Papotto, Crastì Saddeo, Lo Castro e Spartà.