Il Taormina Film Fest tra divi e polemiche

TaoarteCosa ci si può aspettare da Taormina nei giorni del festival? La cittadina messinese più popolare della Sicilia si riempie, oltre che di turisti come di consueto, di una frotta di addetti ai lavori e curiosi, cinefili di vario tipo e giornalisti, stelle del cinema nazionale e internazionale, tutti attirati da uno dei festival del cinema più prestigiosi del mondo.

Ma per non precipitare nel caos dell'allegra baraonda fatta di star polemiche e immagini da cartolina, di frotte di turisti misti a stagisti, di giornalisti a caccia di scoop e cacciatori di autografi intenti a braccare le star, è bene andare con ordine.

Dopo il via al Palacultura a Messina con la premiazione della famiglia Castellitto, il festival ha offerto come al solito una vasta gamma di iniziative, prima su tutte gli interessantissimi incontri con  i del settore, come la famiglia Castellitto appunto, o con un regista-attore del calibro di Michele Placido. Castellitto senior, insieme alla Mazzantini, ha discusso sulla scrittura per il cinema in maniera più diffusa rispetto all'accenno che si era avuto al Palacultura, quando sono stati insigniti del premio Cariddi e successivamente Placido ha parlato del mestiere di regista. Ma non solo gli italiani hanno avuto l'onere e l'onore di salire in cattedra per mostrare i mille significati che una pellicola può offrire: il visionario Terry Gilliam ha detto la sua riguardo al “sistema cinema” di Hollywood, dilungandosi poi sul percorso formativo e lavorativo che l'ha portato ai vertici del cinema mondiale. Nadine Labaki, una delle più acclamate registe libanesi, ha parlato della sua scelta di adoperare insieme i toni della tragedia e della commedia per mostrare al mondo cosa significhi vivere e crescere in un paese continuamente in guerra.

Anche il settore locale è stato degnamente rappresentato grazie a “Filmmaker in Sicilia”, che ha proposto cortometraggi e lungometraggi come “Sicilian comedy” o “Baci salati”, i quali poi hanno fornito solide basi per il dibattito con le sicilianissime Isabella Ragonese (palermitana) e Donatella Finocchiaro (catanese) circa l'esistenza di una scuola siciliana di cinema.

Ma non solo di gran gala e di realtà locali si è discusso, facendosi largo tra branchi di stagisti, turisti arrossati dal sole siciliano e frotte di cacciatori di star. La su film provenienti da altri Paesi è stata generosa, anche se non proprio innovativa. Il norvegese “Turn me on Goddamnit!” ha rivelato come la formula americana della commedia giovanile abbia inflazionato un po' tutti, togliendo quel quid che può far ricordare, lingua, aspetto fisico e un filo di malinconia a parte, che non si sta guardando un altro “American pie”. Più interessante è stato il russo “Ovsyanki”, una triste fiaba sui costumi funebri russi. Andando a ben guardare però, tolta la curiosità antropologica, non è molto ciò che rimane.

Sorvolando sulle comparsate di star patinate, davvero troppe per poterle citare tutte, è bene ricordare l'ottimo campus con gli attori di “Boris”, la migliore serie italiana degli ultimi anni, nonché l'omaggio di una città intera a Lucio Dalla, un grande innamorato storico di Taormina. In tutta questa baraonda di flash, red carpets, premi e analisi (di una precisione chirurgica quella di Terry Gilliam sul cinema contemporaneo), i momenti salienti sono stati in apertura e chiusura della manifestazione. Il primo giorno lo scatto rabbioso di Michele Placido verso alcuni spettatori che lo hanno fischiato, evidentemente mal sopportando la proiezione (in francese, erroneamente non sottotitolato) del dietro le quinte del suo ultimo film “Le guetteur”, che ha ritardato la proiezione dell'anteprima del nuovo film della Disney, “The Brave”. Placido, contrariamente al suo cognome, è esploso al ripetersi dei fischi, fino ad invitare almeno uno dei contestatori ad avere il coraggio di presentarglisi davanti, regalando un tocco di sicilianità in più alla cerimonia.

Per il gran finale invece, la premiazione di una sempre splendida Sofia Loren da parte di Carlo Verdone con il “Taormina art Award”, è stata speziata dall'entusiasmo tutto italiano per la semifinale degli europei di calcio (la premiazione è avvenuta poco prima dell'inizio e la diva è stata quasi invitata a scendere dal palco, al momento degli inni!), proiettata su maxischermo al teatro antico, proprio come per la partita dei quarti, Italia-Inghilterra. Durante la premiazione la diva si è commossa per l'ovazione del dicendo di essere molto legata a Taormina e poiché si riconosce come una persona fragile e una tale dimostrazione di affetto non poteva che colpirla profondamente. Interrogata, la Loren ha risposto di non avere rimpianti sulla sua carriera, che potendo rifarebbe tutto. Ma altrettanto affetto è stato dimostrato nei confronti di Verdone, sia per ciò che ha dato e che dà al nostro cinema, sia per l'entusiasmo con cui ha tifato per la nazionale insieme a tutti gli altri. “È stata un buon successo questa edizione”, ha detto Mario Sesti, che ha dichiarato con soddisfazione che rispetto all'anno scorso c'è stato, un incremento del 20% nella vendita dei biglietti. Insomma, la nostra Taormina si è ben difesa, dimostrando fino all'ultimo che l'amore dei siciliani per il cinema non si è affievolito negli anni e non potrà che aumentare.

Paolo Failla

Sano di mente nonostante un'infanzia con classici Disney e cartoni animati giapponesi, il battesimo del fuoco arriva con i film di Bud Spencer e Terence Hill, le cui opere sono tutt'ora alla base della sua visione sull'ordine del cosmo. Durante l'adolescenza conosce le opere di Coppola, i due Scott, Scorsese, Cameron, Zemeckis, De Palma, Fellini, Monicelli, Avati, Steno e altri ancora. Su tutti Lucas e Spielberg . Si vocifera che sia in grado di parlare di qualsiasi argomento esprimendosi solo con citazioni varie. Ha conosciuto le vie della Forza con una maratona di Star Wars di oltre 13 ore.

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