Studenti disabili, padre di un alunno della Mazzini mette i puntini sulle “i” con +Europa

riscaldareMESSINA. “Affermazioni sconcertanti, inaccettabili e, soprattutto, fuorvianti”. Così Massimo Lo Piano, di un alunno della scuola elementare Mazzini, commenta le dichiarazioni via social della coordinatrice regionale di +Europa Palmira Mancuso. In un post pubblicato alcuni giorni fa, quest'ultima entra nel merito dei problemi della gestione del personale e degli utenti della dichiarando, tra l'altro, che i lavoratori che alla Messina Social City si occupano dell'assistenza igienico-personale nelle scuole, si limitano a “imboccare i bambini o ad accompagnarli in bagno”.
“Queste affermazioni -spiega Lo Piano- dimostrano un'evidente ignoranza dei compiti svolti dagli Operatori Socio-Assistenziali che per diverse ore al giorno sono a contatto con i nostri figli che hanno bisogno di assistenza. Solo una persona che ignora cosa significhi assistenza scolastica può dire cose del genere. L'assistenza scolastica che effettua il personale della Messina Social City non è una cosa semplice da gestire e per aver affermato una cosa del genere la coordinatrice regionale di + Europa probabilmente ignora il significato della denominazione “allievo H”. Purtroppo, la gestione di queste tipologie di allievi, oltre a non essere molto semplice perché non riguarda solo imboccare o portare in bagno un bambino affetto da disabilità, può afferire ad altri mille aspetti relativi alla gestione dell'allievo, a seconda della patologia.
Nell'ambito scolastico -aggiunge Lo Piano- un'assistente OSA deve essere capace di coprire tutte le necessità, anche le più basilari, ovviando ai disagi che un alunno (che abbia 3 o 13 anni o che sia uno studente della scuola superiore) potrebbe avere durante l'orario di scuola. Il tutto, svolto con attenzione e amore perché spesso questi bambini sono fragili e non sempre autosufficienti. Durante le ore di scuola un assistente OSA, se lavora con il cuore, oltre a guadagnare la fiducia dei piccoli assistiti, di fatto ricopre le funzioni che nelle altre ore sono svolte dai genitori.
Considerato che i compiti non sono del tutto semplici come la signora Mancuso sostiene, bisogna anche mettere in conto che a scuola il rapporto non è 1:1, come per l'assistenza domiciliare. Può capitare che le necessità dei bambini o ragazzi si sommino nello stesso momento o differiscano di poco, anche perché il rapporto teorico di 1:4 spesso non si può rispettare per vari motivi (assenza, malattia, carenza organico, altro).
Non sono un difensore d'ufficio della MSC (che, tra l'altro, con l'ultimo pasticcio sulla ricollocazione del personale OSA per motivi puramente contrattuali ha generato non pochi problemi agli alunni e alle loro famiglie) ma da genitore che conosce bene le problematiche del settore ritengo inaccettabile ridurre l'apporto degli operatori all'“imboccare i bambini o ad accompagnarli in bagno”, come scritto sui social dalla Mancuso.
Sperando di aver colmato un vuoto di conoscenza sui compiti degli assistenti OSA nell'ambito scolastico -conclude Lo Piano- spero che la signora Mancuso comprenda che sarebbe opportuno che si scusasse, lei sì, con tutte le famiglie che usufruiscono dei servizi della MSC. Anche perché, chi ha ottenuto per il proprio figlio l'assegnazione di un OSA, non lo fa per “far portare il proprio figlio in bagno o per farlo imboccare” durante le ore di lezione ma per una reale necessità”.