#Sicilia. UDC, il segretario Cesa sospende Gianpiero D’Alia

Giovanni Ardizzone e Gianpiero D'Alia
Giovanni Ardizzone e Gianpiero D'Alia

Volano gli stracci in casa UDC. Dopo mesi di tira e molla conclusisi con l'annullamento di congressi definiti irregolari e con il commissariamento del partito in Sicilia, il segretario nazionale Lorenzo Cesa ha sospeso dal partito e deferito al Collegio dei probiviri l'onorevole Gianpiero D'Alia “per le gravi affermazioni lesive dell'immagine del partito e offensive nei confronti dei suoi 50.000 iscritti. La frase incriminata (“l'UDC è morta, stiamo parlando del nulla…”) è stata rilasciata ai giornalisti nei giorni scorsi dal deputato messinese, che comunque con il partito che aveva contribuito a fondare e del quale era presidente era ai ferri corti già da tempo.

La discrezione tipicamente democristiana e i colpi di fioretto nelle segrete stanze che infliggevano ferite mortali senza massacrare pubblicamente il partito ormai sono solo un lontano ricordo e gli eredi della balena bianca si lanciano strali con comunicati, sms e persino con messaggi sui social. Così D'Alia replica tramite ufficio stampa: “Confesso che è abbastanza inebriante essere sospeso dal nulla. Per amicizia verso l'onorevole Cesa, mi prodigo per evitargli nuovi strappi sul fronte della legalità statutaria e gli rassegno volentieri le mie dimissioni. Se mi fornisse l'indirizzo a cui inviarle, gli sarei infinitamente grato”. Il tutto è pubblicato anche con un post su facebook, che gli fa raccattare qualche like e un po' di messaggi di sostegno.

A dargli man forte arriva il presidente dell'ARS Giovanni Ardizzone, che perde il proprio proverbiale aplomb e sorvolando sul fatto che (come del resto si legge nel suo profilo sulla pagina dell'Assemblea Regionale Siciliana) è ancora un parlamentare dell'UDC, invia un sms a Rocco Buttiglione e Paola Binetti, sottolineando che “un partito che in Sicilia stringe rapporti con cocainomani e mafiosi… sospende una persona per bene come D'Alia, senza vergogna alcuna. Dispiace il vostro assordante silenzio”.

 

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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