#Sicilia. Poste Italiane riorganizza e manda a casa 800 portalettere

poste_postino_siciliansSono 800 i posti di lavoro che salteranno in Sicilia entro un anno nel solo settore del recapito della corrispondenza. La denuncia è di Cisl Sicilia e Slp Cisl regionale, che in una nota definiscono fallimentare la riorganizzazione varata nel 2015 da Poste Italiane. Il sindacato annuncia che fino al 9 gennaio continuerà lo sciopero dello straordinario. Il progetto dell', che per il 60% è controllata dal dell'Economia, prevede che il servizio sia espletato a giorni alterni. “In questo settore -dichiarano i segretari generali Mimmo Milazzo e Giuseppe Lanzafame- operano 4.500 persone. A riorganizzazione completata, entro il 2017, dovrebbero restarne 3.700”. Un colpo di scure che preoccupa. Anche perché “già oggi il caos regna sovrano”. L'accordo con i sindacati, un “prendere o lasciare” sottolinea la Cisl, si è retto sulla garanzia di ricollocazione del personale in eccedenza e da un anno a questa parte ha raddoppiato il lavoro dei portalettere.

“Già da subito -segnala Lanzafame- nutrimmo perplessità. L'azienda assicurò che il prevedeva anche nuove acquisizioni di mercato e un rilancio, in particolare sul fronte dei pacchi. In effetti, osserva il sindacalista, negli ultimi mesi migliaia di pacchi invadono i centri di smistamento. Ma in assenza di programmazione, registriamo solo confusione e il disagio dei lavoratori e i problemi aumentano, tra giacenze di prodotto, mancanza di strumenti, totale anarchia, contratto di lavoro praticamente annullato, normative sulla sicurezza, disattese”.

Per di più, il “personale è allo sbando, esasperato, gestito con metodi da caporalato, minacciato e sfruttato, senza alcun rispetto degli orari di lavoro”. La situazione diventa drammatica nel caso degli assunti a tempo determinato. Così “i lavoratori sono allo stremo -lamentano ancora Milazzo e Lanzafame. L'azienda deve prendere atto che il modello di recapito adottato, è sbagliato e va superato. Anche perché, da mesi in Sicilia le proteste si susseguono: nei luoghi preposti, con sit-in e manifestazioni. Il 4 novembre anche con lo sciopero generale con il quale i lavoratori hanno chiesto che quel sistema organizzativo cambi radicalmente. Oltretutto, il caos e la forte tensione finiscono con l'avere ricadute negative pure sulla qualità del servizio. Quindi, sulla clientela che non riceve il prodotto nei tempi stabiliti. Insomma, una bella promozione di immagine, non c'è che dire”.

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