Scusate se esisto
Paese: Italia
Genere: Commedia
Durata: 106 minuti
Regia: Riccardo Milani
Nuova pellicola generata dalle menti della coppia, nel lavoro e nella vita, Milani-Cortellesi, che dopo “Nessuno mi può giudicare” torna a far coppia con Raoul Bova in una commedia dai risvolti sociali che tocca molto da vicino la realtà italiana.
Serena (Paola Cortellesi) è un architetto internazionale, talentuosa e apprezzata. La sua carriera è un continuo crescendo in giro per il mondo, tutti i suoi progetti diventano incredibili successi. Tuttavia Serena non è felice. Ama il proprio Paese e decide di tornarci nonostante i rischi che comporta. Come previsto il rientro è traumatico, i posti di lavoro semplicemente non ci sono e ben presto si riduce a far girare il curriculum per umilissimi impieghi senza sbocchi né prospettive e che, soprattutto, nulla hanno a che vedere con la sua professione.
In uno di questi impieghi conosce Francesco (Raoul Bova), un uomo splendido, molto sexy, conosciuto come “il casanova della ristorazione.” Quello che ben presto scopre però è che Francesco è sì bellissimo, ma gay. Superata la delusione Serena non si perde d'animo e durante la convivenza con il nuovo amico riesce a ideare un piano che le consentirà di trovare un lavoro adatto a lei…
Il film funziona, diciamoci la verità. La sceneggiatura è buona, il livello di humor è quello giusto (né terra terra né troppo intellettuale) e gli interpreti sono bravissimi. Inoltre la storia tocca un nervo scoperto della situazione lavorativa italiana, ritraendolo per quello che è: talmente disastroso da essere caricaturale, grottesco.
Non è una novità infatti per i giovani italiani la situazione lavorativa della protagonista e la fuga all'estero è quasi sempre l'unica alternativa possibile, se si vuole che il titolo di studio per il quale sono stati fatti tanti sacrifici dia i frutti sperati. E “Scusate se esisto” punta il dito proprio su questa piaga e lo fa con giusta dose di umorismo agrodolce, senza troppi riferimenti ai soliti canovacci sfruttati dalla commedia di questi anni, ovvero il guadagno facile a discapito della moralità o la solita storiella sentimentale.
Tuttavia in questa buona pellicola si intravedono già i germi di quello che potrebbe diventare un nuovo format, come già è capitato e continua a capitare nel cinema nostrano. Lo schema del film è infatti molto simile a quello di “Nessuno mi può giudicare” e nel cinema italiano abbiamo bisogno di tutto tranne che dell'ennesimo filone, dopo i cinepanettoni storici di De Sica, quelli più recenti di De Luigi, o i soliti Ficarra e Picone.
Quindi il consiglio che chi scrive si sente di dare alla Cortellesi, dopo le congratulazioni di rito è: brava Paola, ma adesso vediamo di cambiare. (S)consigliato a chi vuol lavorare in Italia.