Sciopero Inps dell’USB, a Messina oltre il 40% di adesioni
“Finita la sbornia elettorale, rimettono nel cassetto gli slogan sul lavoro e ricominciano con lo smantellamento di servizi e salari”.
A dichiararlo è il responsabile di USB Messina Vincenzo Capomolla, che ha organizzato la protesta dei dipendenti dell'Inps sotto la segretaria del ministro della Pubblica Amministrazione Gianpiero D'Alia, che al momento dell'insediamento ha accusato di mancanza di reazione i dipendenti pubblici rispetto a contratti e stipendi fermi dal 2009.
“E allora siamo andati con i lavoratori in sciopero dell'Inps proprio sotto le finestre della sua sede in via Natoli -dichiara Capomolla.
Finita la sbornia elettorale rimettono da parte gli slogan su lavoro e garanzie ed ecco subito la nuova sforbiciata all'Inps: oltre 500 milioni di euro, un colpo tale che vuol dire chiudere sedi e servizi. Ovviamente non ci si dimentica dei dipendenti e dopo arriva il blocco dei contratti, in media altri 300 euro al mese in meno a chi già ormai non arriva a fine mese.
Con un bel punto interrogativo sul futuro. Ovviamente, non ci risulta che un solo euro sia stato toccato, ad esempio, per il trattamento milionario dei vertici Inps o per quello dello stesso ministro”.
Ad aderire allo sciopero dall'USB, secondo i dati del sindacato, oltre il 40% dei dipendenti delle sedi Inps della provincia. “Una bella giornata di opposizione corale dei lavoratori, con dati assolutamente di partecipazione che arrivano anche da tutta Italia -aggiunge il dirigente USB.
Il punto vero è che le priorità reali devono essere il lavoro, l'occupazione, le garanzie e le prestazioni per tutti i cittadini. Da quanti decenni non si procede allo straccio di un'assunzione? Ed invece, passate le elezioni, si riprende a smantellare servizi, diritti e salari, a colpire al cuore lo stato sociale, i beni comuni, dalla scuola alla sanità, fino al progetto chiaro di mettere una croce sulla previdenza pubblica per foraggiare quella privata e speculativa di banche, assicurazioni e fondi privati, con in prima linea quelli gestiti da Cgil Cisl e Uil”.