Sarebbe meglio non morire

Mariangela Donato
Mariangela Donato

Esiste un tempo per tutto. In quel tempo, durante quel preciso momento, si vivono modi di pensare, di vestire, di pettinarsi e truccarsi contemporanei.

La spalline sono nettamente legate alla moda anni '80, come i pantaloni a zampa di elefante al decennio precedente.

Poi, a volte, tutto torna. Si chiamano mode. Ma quanto possono influire tendenze, mode e il nella nostra vita quotidiana? Quanto nella gioia più che nel dolore?  Quanto in salute e in malattia? Somiglio di più a Luciano Onder o a Gigi Marzullo? 

Pomeriggio tra amiche, parlando del più, del meno e di malattie. Tra noi casualmente un'oncologa abbastanza nota del CDI di Milano, messinese d'origine ma emigrata al nord.

La dottoressa stava lì a raccontarci quanto e in che modo sta andando avanti la scienza, ma ancor di più la prevenzione.

Si fanno, sempre a Milano e nelle grandi città (sottolineo città, quindi Messina non c'entra) dei convegni sulla prevenzione anche all'interno di strutture private e non. Aziende e grandi attività commerciali dove c'è molta presenza di donne e dove si svolgono gli incontri tra medici e lavoratori, oltre ai controlli specialistici periodici per prevenire qualsiasi forma di tumore. Quasi una sorta di pubblicità progresso.

Inizia a venirmi in mente quella pubblicità famosissima degli anni '90, quando in una classe il professore entrando trovava per terra un profilattico e iniziava a urlare “di chi è questo?”.

Erano gli anni in cui di AIDS se n'è parlato in qualsiasi circostanza, con salsa e in bianco. L'argomento era di assoluta importanza. Era. Adesso sembra siano scomparsi i malati di AIDS o i sieropositivi. Magari sono in fase di estinzione o, a parte la giornata in cui la si ricorda,  questa brutta belva non esiste più. I modi, la contraccezione, i rapporti occasionali: tutto ciò che girava attorno all'argomento HIVera e doveva essere conosciuto da grandi e bambini.

La dottoressa continua a parlare, ribadendo l'importanza del prevenire sul curare, ma ponendo l'attenzione anche su una cosa che in pochissimi sanno. Parliamo della seconda principale causa di morte nelle donne negli ultimi anni: l'. Così, mentre parla, ci racconta che bisognerebbe fare un controllo cardiaco annuo, soprattutto se siamo delle fumatrici, perché al secondo posto di questa orrenda classifica c'è proprio l'infarto.

Penserete che questa volta la Donato sia stata pesante e forse poco a tema con i suoi soliti pezzi. E invece anche qui arrivo con le mie, forse banali, domande. Ma se negli anni '90 si pubblicizzava la prevenzione per l'HIV e oggi ci impegniamo a seguire siti e consultori familiari che informano sulla  prevenzione dei tumori, con dottori impegnati a cercare nel nostro albero genealogico chi è morto e per quale carcinoma, mi chiedo perché nessuno abbia mai pubblicizzato che si muore anche d'infarto e che anche questo potrebbe essere prevenuto.

Moda, tendenza o cosa? Una visita dall'oncologo piuttosto che dal cardiologo non potrebbe salvare la stessa vita? O forse morire d'infarto è meno importante? Chiedo scusa se do l'impressione  di voler fare dell'ironia o essere polemica su argomenti davvero seri e importanti, ma pensiamoci.

Si muore anche d'infarto ed è al secondo posto delle cause di morte. E se non lo sapevate…..sapeVATELO.

Mariangela Donato

Speaker radiofonica, blogger, conduttrice tv, mamma, portatrice sana di battute a raffica anche quando è giù di corda e chi più ne ha più ne metta, La Donato “viveur” è una messinese in fissa con il “savoir faire”. Su Sicilians scrive su abitudini e modi di fare soliti e insoliti, nostrani e non, prendendoli e prendendosi un po' in giro. La sua rubrica "Mi state tutti sul tacco" è la penna pettegola e pungente del nostro giornale.

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