Sanzioni per chi viola i diritti dei passeggeri sui treni
In arrivo pesanti bacchettate per chi viola i diritti dei passeggeri sui treni. A dare il via libera la Commissione Trasporti della Camera dei deputati che ha approvato il sistema sanzionatorio, che ovviamente ha nel mirino Trenitalia e RFI.
Nei giorni scorsi il parlamentare NCD Enzo Garofalo aveva presentato due interrogazioni per denunciare lo stato di abbandono di RFI in Sicilia e per proporre controlli più efficaci degli investimenti.
“Esprimo grande soddisfazione per la decisione della Commissione Trasporti -commenta Garofalo. Finalmente l'Italia va nella direzione di un maggior rigore nei confronti di chi causa disservizi agli utenti del servizio pubblico dei trasporti”.
La prima il 4 marzo scorso, quando Garofalo e il collega Bosco hanno denunciato al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi i continui disservizi del trasporto ferroviario in Sicilia.
Un j'accuse piuttosto circostanziato e documentato, che raccontava di ritardi nella circolazione, della soppressione del numero delle corse, del sovraffollamento delle carrozze (peraltro spesso fatiscenti e con impianti di condizionamento che funzionano male) e con il quale i due deputati hanno chiesto all'esponente del Governo Renzi “di intervenire rapidamente con misure in grado di migliorare il livello degli standard qualitativi dell'offerta da parte di Trenitalia, divenuto inaccettabile per un Paese che rappresenta l'ottava potenza economica mondiale”.
Nell'atto di indirizzo Garofalo e Bosco chiedono anche di verificare se RFI abbia già deciso “la ripartizione territoriale delle risorse assegnate dalla legge di stabilità per il 2014, per la manutenzione straordinaria della rete ferroviaria e, in caso affermativo, a quanto ammontino gli stanziamenti attribuiti alla regione siciliana”.
La seconda interrogazione è del 12 febbraio scorso ed è stata rivolta non solo a Lupi ma anche al titolare del dicastero per la Coesione territoriale e per lo sviluppo economico Federica Guidi, che in passato è stata anche presidente nazionale di Confindustria Giovani.
Garofalo ha posto l'accento sui limiti del “Contratto istituzionale di Sviluppo per la realizzazione della direttrice ferroviaria Messina-Catania-Palermo”, sottoscritto da Lupi e dalla Guidi, dal presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e dagli amministratori delegati di FS e di RFI Mauro Moretti e Dario Lo Bosco.
“Pur essendo il contratto innovativo, dal momento che rappresenta uno strumento attraverso il quale il Governo, le Regioni e le società di trasporto ferroviario, s'impegnano a collaborare e coordinarsi nell'eseguire un monitoraggio, degli impegni assunti per la realizzazione di grandi infrastrutture di servizio pubblico -scrive Garofalo- rischia di non rappresentare uno strumento efficace in quanto prevede che il Comitato che ha il compito effettuare i controlli per verificare lo stato di avanzamento dei lavori e comminare sanzioni in caso di ritardi o inadempienze si riunisca ogni due anni.
Un arco temporale che non consente di essere tempestivi né di scongiurare il rischio di definanziamento degli interventi del programma in caso di accertati ritardi e inadempienze”. Nell'interrogazione del 12 febbraio scorso il parlamentare NCD chiede di verificare “quali siano le opere infrastrutturali in fase di realizzazione effettiva nell'ambito dell'ammodernamento della rete ferroviaria della direttrice Messina-Catania-Palermo, se siano stati accertati ritardi e inadempienze da parte di RFI e FS, e, in questo caso, se siano stati previsti definanziamenti degli interventi e in relazione a quali opere e, infine, se non ritengano opportuno prevedere un periodo inferiore a due anni per le riunioni del Comitato di coordinamento per gli aggiornamenti riguardanti l'andamento delle attività degli interventi previsti per la rete ferroviaria interessata”.