Sanderson e Bosurgi
Quella dei Sanderson è la storia di una famiglia di mercanti che ha percorso interamente la parabola del successo chiudendo, alle porte del Novecento, un secolo d'oro (dal punto di vista storico e privato) vissuto ai livelli più alti dell'imprenditoria nell'area del Mediterraneo.
Come abbiamo accennato in precedenza, la già folta comunità straniera messinese, in particolare quella inglese, nel primo decennio dell'Ottocento godeva dei benefici indotti dal blocco continentale, imponendosi agevolmente sul mercato mediterraneo, che a Messina aveva il suo cuore pulsante.
Anche i Sanderson, dunque, si trasferiscono a Messina da Malta per motivi di carattere commerciale. Il Porto Franco, infatti, è una golosa opportunità per gli imprenditori, che sfruttano le agevolazioni fiscali vigenti nella città dello Stretto. Il general business frutta ai Sanderson una cospicua fortuna. Trattano l'acquisto e la vendita di prodotti siciliani e calabresi come olio, mandorle, vino, brandy, zolfo, manna, sughero, pietra pomice e altro. Quello che però rilancia la fortuna dei Sanderson è il commercio di agrumi e derivati agrumari (frutti e succo di limoni, essenze di limone e bergamotto) che trasportano soprattutto in Inghilterra, Stati Uniti e sud America.
I Sanderson dominano l'economia locale per tre generazioni, partecipando attivamente anche alla vita sociale cittadina, fondando ad esempio il Messina Football club e la Società del Tennis.
A ridosso del Novecento, però, una crisi generata da un eccesso di produzione e dalla politica protezionistica attuata dagli Stati Uniti, costringono la William Sanderson & Son a cercare nuove opportunità al di là dell'Atlantico, in Sud America.
Nell'ottobre del 1908 William Robert Sanderson scioglie la società di famiglia e cede il marchio di fabbrica e l'attività a Walter Oates e Giuseppe Bosurgi, che acquistano anche il diritto di intitolarsi successori. Si chiude così il capitolo Sanderson a Messina.
Le tracce di questo fulgido passaggio, però, restano ancora. La bellissima Villa Amalia, meglio nota come villa Sanderson-Bosurgi, è ancora adesso una delle residenze più belle di Messina. Costruita nel 1853 da Robert Sanderson nel Casale di Pace in onore della moglie Amalia Sarah Child, la villa ospita più volte gli imperatori di Germania.
Tuttavia, il sisma del 1908 distrugge gran parte del complesso. Ricostruita dal pronipote di William, WilliamRobert Sanderson, affidando il progetto a Aristide Caneva di Rivarolo, su incarico dell'acquirente della villa, l'ingegnere modenese Emilio Enrico Vismara, la villa torna al suo antico splendore. La cessione dell'azienda da parte dei Sanderson, vede quindi affacciarsi sulla scena imprenditoriale messinese Giuseppe Bosurgi, un chimico ex dipendente della Sanderson, che acquisisce la società e sposa una delle figlie maggiori dell'architetto Caneva, che nel frattempo si era stabilito a Villa Amalia.
Nel 1921 Giuseppe Bosurgi acquista Villa Amalia, ampliando l'intero complesso ed arricchendolo di un impianto termale e dell'estrosa piscina a goccia, che sarà aggiunta negli anni Sessanta.
La storia dei Sanderson riecheggia dunque in quella dei Bosurgi, che dei Sanderson acquistarono l'azienda e la bellissima residenza. Affacciata sullo Stretto, nel silenzio della vegetazione che la nascondeva, Villa Amalia è stata la muta testimone dell'ascesa e della caduta di due delle famiglie più significative della storia locale.