#Regione. Scontro sulla gestione dei beni culturali
I beni culturali in Sicilia sono diventati terreno di scontro politico.
La settimana scorsa il ministro Dario Franceschini, durante una trasmissione RAI, ha detto che: “la Sicilia per me è una sofferenza e un imbarazzo“.
Il ministro PD ha criticato il modello di gestione dei beni culturali nell'isola e ha spiegato la totale autonomia del Governo Crocetta nel settore. Infatti, in base allo Statuto sull'Autonomia la Regione ha praticamente competenza assoluta sulla .
Il ministro PD ha criticato il modello di gestione dei beni culturali nell'isola e ha spiegato la totale autonomia del Governo Crocetta nel settore. Infatti, in base allo Statuto sull'Autonomia la Regione ha praticamente competenza assoluta sulla .
E se queste erano le dichiarazioni di un ministro dello stesso partito del presidente della Regione. Ancora più duri sono i toni dell'opposizione a Crocetta.
“Il disastro nel quale continua a permanere il settore dei beni culturali siciliani è sotto gli occhi di tutti” – afferma Nino D'Asero in una interrogazione firmata dall'intero gruppo Ncd all'Asssemblea regionale siciliana.
“Il Governo regionale – riprende il capogruppo Ncd – sembra assorto in una sola attività: quella di andare a mendicare anziché rivendicare diritti, chiedendo soldi al governo nazionale per coprire il bilancio. Ma sino a oggi si assiste solo un peggioramento dei conti con l'esplosione dell'indebitamento di questa regione.
La verità è – prosegue D'Asero – che ci aspettavamo molto da questo terzo governo Crocetta e dall'avvento dell'assessore Antonino Purpura ma i risultati conseguiti non fanno altro che evidenziare assenza di programmazione, approssimazione nella gestione, improvvisazione.
La verità è – prosegue D'Asero – che ci aspettavamo molto da questo terzo governo Crocetta e dall'avvento dell'assessore Antonino Purpura ma i risultati conseguiti non fanno altro che evidenziare assenza di programmazione, approssimazione nella gestione, improvvisazione.
A quanto sopra si aggiungano le censure sulle politiche dei beni culturali che il Governo regionale ha ricevuto dalla Corte Costituzionale e dallo stesso ministro Franceschini.
A questo punto – chiude D'Asero – non si comprende come l'assessore non tragga le dovute conseguenze e lasci ad altri, più competenti, il ruolo guida di questa realtà economica che, se ripensata, può certamente rivelarsi la cornucopia per l'economia siciliana”.
A questo punto – chiude D'Asero – non si comprende come l'assessore non tragga le dovute conseguenze e lasci ad altri, più competenti, il ruolo guida di questa realtà economica che, se ripensata, può certamente rivelarsi la cornucopia per l'economia siciliana”.