#Ragusa. Il Ragusa Festiwall fa bella la città con i murales
È giusto che per arte si intenda solo quella da museo? È giusto che la bellezza che scaturisce dai nostri atti creativi rimanga confinata entro mura e corde di sicurezza? Alle domande, che rimangono aperte ai lettori e che non hanno in alcun modo la pretesa di screditare l'efficiente operato di molti musei, possono offrire una risposta i murales. Il murale è un dipinto realizzato su una superficie in muratura, il più delle volte sita in un contesto urbano, le cui tematiche spaziano spesso dalla politica alla satira sociale. Tralasciando i richiami artistici e storici, che ci riportano agli antichi affreschi medievali eseguiti nelle mura delle cattedrali e raffiguranti i passi della Bibbia, i murales divengono un vero e proprio movimento artistico in seguito alla cosiddetta corrente del muralismo, nata in Messico dopo la rivoluzione del 1910.
A Ragusa, per il secondo anno consecutivo, è stato organizzato dal 6 al 27 settembre il Ragusa Festiwall, un evento che si propone di abbellire con i murales le facciate di alcuni palazzi. I palazzi scelti appartengono al quartiere Selvaggio, da anni considerato come zona periferica degradata, e cinque sono gli artisti che hanno il compito di raffigurare le proprie suggestioni sul cemento urbano: l'italiano Agostino Iacurci, la spagnola Hyuro, il dominicano Evoca1, l'australiano Fintan Magee e il venezuelano SatOne. L'opera di Agostino Iacurci è intitolata Ogni bene è mobile e raffigura una torre pericolante di vasi con in cima un uovo, simbolo di fecondità. Ogni bene è mobile vuole essere richiamo e memoria dei drammatici eventi sismici che si sono susseguiti lungo la storia nel nostro paese, fino ad Amatrice.
Tali iniziative, che come abbiamo potuto notare anche a Messina incominciano a trovare il favore e il sostegno degli enti locali, cercano di dare unicità, fantasia e colore ad un ambiente urbano che molte volte può intrappolarci nella sua apatica ed asfittica indifferenza di cemento.