#Ragusa. Posta targa in ricordo del terremoto del 1693
L'11 gennaio del 1693 un terremoto devastò la Sicilia sud orientale, provocò migliaia di morti. Con la ricostruzione si creò il barocco siciliano. L'amministrazione di Ragusa domenica 11 gennaio 2015 ha posto una targa in memoria: “A perenne ricordo dei concittadini e delle maestranze che ricostruirono la città lasciando ai posteri testimonianze di assoluta magnificenza”.
Il sisma dell'11 gennaio 1693, distrusse oltre 60 città del Val di Noto e provocò oltre 5 mila morti nella città di Ragusa, su una popolazione di quasi 10 mila abitanti.
Una cerimonia che ha visto la partecipazione delle massime autorità civili e religiose cittadine e la presenza della Banda di San Giorgio. “Il ricordo di un evento terribile – durante la cerimonia il sindaco Federico Piccitto – che segnò una svolta epocale per la nostra città e per il nostro territorio, non è solo doveroso, ma soprattutto utile. Una memoria che va assolutamente difesa e diffusa tra i più giovani, ed in particolare nelle scuole, perchè rappresenta la testimonianza più efficace della grande forza iblea di risorgere contro ogni avversità. Da quel momento, così tragico a livello sociale ed economico, infatti, i nostri avi furono capaci di programmare un nuovo futuro urbanistico, architettonico e sociale per la nostra città, con scelte lungimiranti ed innovative. Alle associazioni giovanili attive nella nostra comunità, le quali hanno saputo incarnare un bisogno diffuso profondendo il massimo impegno per la realizzazione di questa giornata, va quindi il ringraziamento e la riconoscenza della città”.
Subito dopo l'intervento di Piccitto, il regista ed autore Gianni Battaglia ha offerto una rilettura di alcuni frammenti originali delle cronache dell'epoca.
Il prefetto Annunziato Vardè ha inteso sottolineare il fervore culturale ed artistico che trasformò, dopo il sisma del 1693, “l'intera Val di Noto. Per la ricostruzione infatti furono mobilitati i migliori professionisti dell'epoca, dimostrando così la forza d'animo della comunità iblea, che fu in grado, nonostante i lutti immani subiti a causa del terremoto, di reagire cambiando il volto, e di conseguenza la storia, della città”.
Il vescovo Paolo Urso ha chiuso la cerimonia con un momento di preghiera, “la necessità di un rinnovamento dei valori positivi sui cui si fonda la nostra città, testimoniati dalla capacità di reazione della comunità iblea dopo l'esperienza, sconfortante e tremenda, del terremoto del 1693”.
I rappresentanti , di Ideology e Youpolis , che hanno organizzato la giornata, hanno illustrato i motivi principali della commemorazione, “che non può rimanere – ha spiegato Giovanni Criscione dell'associazione Ideology – un caso isolato, ma deve essere utilizzato come esempio ed insegnamento per tutti”.
Mentre Simone Digrandi dell'associazione Youpolis: “Abbiamo intitolato questa giornata la memoria e l'orgoglio. Un modello che noi giovani, in quanto membri di questa comunità, dobbiamo fare nostro”.
Giovanni Iacono, presidente del consiglio comunale, ribadisce che “il rispetto e la conoscenza profonda della storia della nostra città, è motivo di speranza e di ottimismo per il futuro della comunità iblea. Una realtà che, a partire dai propri giovani, mostra un profondo rispetto per la tradizione, la cultura e la storia del proprio territorio e che può proiettarsi verso il futuro con fiducia, ottimismo ed entusiasmo rinnovato, superando le criticità che la circondano”.