#Ragusa. A Modica convegno sui nuovi percorsi per la storia orale

Apertura dei lavori da parte di Gabriella Gribaudi
Apertura dei lavori da parte di Gabriella Gribaudi

Si è svolto ieri, 30 maggio, a Modica nella suggestiva cornice di Palazzo Grimaldi il secondo giorno del convegno nazionale sui Nuovi percorsi per la storia orale e le fonti orali: la ricerca in Sicilia.

L'incontro, organizzato dall'Associazione italiana di Storia orale (AISO) con il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Catania e la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi, ha riunito prima a Catania e poi a Modica storici e scienziati sociali provenienti da tutta l'Italia.

La sessione mattutina, coordinata da Gabriella Gribaudi, membro dell'AISO e docente all'Università Federico II di Napoli, ha focalizzato l'attenzione sul tema dei terremoti come elementi di discontinuità sociali e fratture spazio-temporali che, imprimendosi con forza nella memoria individuale e collettiva, costituiscono un terreno d'elezione per l'indagine della storia orale.

Intervento di Marcella Burderi

Intervento di Marcella Burderi

Giuseppe Maiorana, direttore di EpiCentro della Memoria Viva di Gibellina, nella relazione sua relazone (Tra memorie vive e narrazioni: il Belìce)  ha presentato la storia e le attività del centro studi, che si occupa di raccogliere le memorie e ricostruire l'identità della popolazione del Belice, sopravvissuta al terremoto del 1968.

Sara Zizzari dell'Università Federico II ha, invece, analizzato la frattura spazio-temporale nel post-sisma aquilano. Marcella Burderi rappresentante dell'AISO, di Fondazione Grimaldi e dell'Università di Catania nella relazione  su La memoria del Grande terremoto del 1693 nel repertorio folclorico ha analizzato un antico cuntu sul sisma nel Val di Noto. Mentre, Gabriele Ivo Moscaritolo della Federico II si è misurato con il tema del terremoto in Campania e Basilicata del 1980 tra rappresentazione e memoria.
Nel pomeriggio la sessione, coordinata da Roberta Garruccio membro dell'AISO e docente all'Università degli studi di Milano si è concentrata su Le trasformazioni del territorio: politica, imprenditorialità, deindustrializzazione.

Giancarlo Poidomani e Roberta Garruccio

Giancarlo Poidomani e Roberta Garruccio

Fabio Canfora e Maria Laura Longo dell'Università degli Studi di Napoli L'Orientale hanno parlato di Paesaggi metropolitani in cambiamento. Il quartiere Mercato – Pendino di Napoli tra storia e memoria.

Auto-rappresentazione di Priolo. Quale futuro? è stato invece il titolo della relazione di Fabio Salerno dell'Università di Catania. Lo studioso ha proposto alcune video-interviste che colgono il paradosso di una industrializzazione imposta dall'alto.

Se il modello di sviluppo economico di Augusta-Priolo si è basato sulla grande industria, quello ragusano ha visto il protagonismo della piccola e media impresa che, a partire dagli anni Novanta, ha conosciuto un forte slancio grazie alla programmazione negoziata. La vicenda è stata ricostruita da Giuseppe Barone della Fondazione Grimaldi e direttore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'ateneo catanese, in una relazione dal titolo La seconda rivoluzione industriale nell'area Iblea. Sulla base di decine di interviste agli imprenditori, Barone ha tracciato le linee di sviluppo di un'industrializzazione dal basso, nata spontaneamente dopo lo smantellamento degli impianti petroliferi avviato dall'Eni.

Giuseppe Barone e Roberta Garruccio
Giuseppe Barone e Roberta Garruccio

Chiara Ottaviano di Cliomedia Officina ha raccontato l'esperienza dell'Archivio degli Iblei. Infine, Giancarlo Poidomani dell'Università di Catania ha affrontato il tema della Formazione della nuova classe politica in provincia di Ragusa negli anni 1945-1960.

 

 

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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