Quei pasticciacci brutti delle nomine per MessinAmbiente

alessiociacci
Ialacqua, Accorinti e Ciacci in

La gestione di MessinAmbiente di nuovo nell'occhio del ciclone. Dopo gli strali di Daniele Zuccarello del PD, arrivano quelli di Giuseppe Santalco, consigliere comunale della lista Felice per Messina.

L'esponente del centrosinistra ha rilevato troppe anomalie nelle nomine dei super esperti di MessinAmbiente Alessio Ciacci e Raphael Rossi e ancora una volta ha messo tutto nero su bianco in una inviata al sindaco Renato Accorinti, al vicesindaco Guido Signorino, all'assessore all'Ambiente Daniele Ialacqua e al segretario generale Antonio Le Donne.

Santalco fa le pulci ai conti e scopre non solo che l'indennità attribuita all'eterno laureando Ciacci è il doppio di quella che in realtà gli spetterebbe, ma anche che non è stato rispettato il Regolamento comunale, che prevede che i provvedimenti di incarico che comportano impegni di spesa siano prima esaminati dal dirigente competente. Invece, la documentazione delle nomine di Ciacci e Rossi è stata inviata solo successivamente.

“Ciò non ha consentito al Dipartimento di poter evidenziare preventivamente diverse discrasie –spiega Santalco. Innanzitutto la mancata applicazione della normativa che prevede la riduzione dei compensi  degli amministratori del 40%. L'indennità del 70% deve essere ridotta del 40% e la stessa deve attestarsi al 42% di quella del sindaco. Per cui al commissario Ciacci non si deve riconoscere l'indennità di 61.175,86 euro,  bensì quella di 36.705,12 euro lordi l'anno”.

Ma non è tutto. Santalco rileva anche che l'assemblea di MessinAmbiente e il contratto sottoscritto da Ciacci autorizzano per lo stesso il rimborso non solo delle spese di viaggio, ma anche quelle di vitto, alloggio e persino di taxi o auto aziendale.

Fatto questo, che secondo l'esponente del centrosinistra “sembrerebbe contrastare palesemente con una norma del 2000 che prevede che agli amministratori che risiedono fuori dal capoluogo del Comune ove ha sede il rispettivo Ente spetta il rimborso delle sole spese di viaggio effettivamente sostenute. Pertanto, al commissario liquidatore devono essere riconosciute esclusivamente le spese di viaggio effettivamente sostenute e non quelle di vitto e alloggio”.

Da qui la necessità di modificare quanto stabilito dall'assemblea di MessinAmbiente il 19 marzo scorso, quando a Ciacci sono stati riconosciuti sia il compenso che i rimborsi aggiuntivi.

E a condividere le perplessità di Santalco è anche il dirigente competente, che in una nota del 17 giugno scorso ha scritto ad Accorinti “… premesso che la società in questione è stata posta in liquidazione, giusto verbale dell'Assemblea Straordinaria, non si comprende l'affermazione contenuta nel documento programmatico secondo cui l'intervento di una personalità come Alessio Ciacci e del suo gruppo di lavoro è soprattutto mirata alla realizzazione del nuovo percorso di servizio ipotizzato e non già alla semplice gestione della liquidazione che tuttavia nel contesto è assunto come impegno propedeutico e non prescindibile.

“In particolare –chiosa il consigliere comunale- sembrerebbe che il team di lavoro a cui il documento fa riferimento, abbia come finalità quella di valutare un percorso di risanamento attraverso l'individuazione di adeguate ipotesi di riposizionamento strategico del ciclo di gestione dei rifiuti di Messina, compresa la scelta in merito alle modalità future di affidamento del servizio, quale obiettivo parallelo e contemporaneo rispetto a quello volto alla chiusura e definizione del procedimento liquidatorio della compagine societaria.

Questa contraddizione in termini è alla base di numerose interrogazioni riguardanti profili di legittimità e gli effetti economici negativi correlati ai contratti di co.co.pro. posti in essere da MessinAmbiente e, più in generale, a scelte gestionali che sembrano afferire  a esigenze di rilancio aziendale, piuttosto che al presidio degli adempimenti di una gestione liquidatoria”.

Anomalie anche per il contratto dell'esperto Raphael Rossi, che ha firmato un contratto di co.co.pro. A partire dal fatto che MessinAmbiente non avrebbe rispettato la prassi che prevede una ricognizione sul personale interno prima di spendere denaro per consulenti esterni.

Anche in questo caso quindi, il dirigente il Dipartimento Aziende Partecipate del Comune di Messina ritiene che la procedura seguita non metta in atto quanto prevede il Regolamento comunale per il conferimento di incarichi a soggetti esterni.

Basta così? Non proprio, perché Santalco dichiara che “non è stato possibile accertare se Messinambiente abbia rispettato il limite di legge che prevede che nel 2014 non possa essere superiore all'80 per cento del limite  di  spesa  previsto per il 2013.

Relativamente alla clausola contenuta al punto 13 del contratto di Rossi (i risultati del progetto in questione resteranno di sua specifica competenza e proprietà, con la precisazione che saranno disponibili e in uso di MessinAmbiente in vigenza di progetto o di ulteriori sviluppi  operativi in sinergia con il collaboratore e che saranno resi disponibili in futuro dall'odierno collaboratore alle esigenze del Comune di Messina in forza di specifici eventuali diverse ulteriori collaborazioni cui Rossi potrà essere chiamato da palazzo Zanca) il dirigente dichiara l'opportunità di rivedere la predetta clausola attraverso una opportuna rimodulazione dei termini contrattuali, tenuto conto degli effetti limitativi e fortemente vincolanti che dalla stessa potrebbero discendere sia a carico della società MessinAmbiente in liquidazione, sia a carico del Comune di Messina, nella qualità di socio di maggioranza.

Per quanto riguarda il rimborso spese, per Rossi vale lo stesso principio riferito a Ciacci e pertanto dovrà modificarsi l'articolo 14 del contratto, che prevede che il collaboratore avrà diritto anche al vitto e all'alloggio”.

La nota di Santalco si conclude con un'accusa specifica a Ciacci e alla mancanza di trasparenza dell'amministrazione Accorinti, cui rimprovera di non avere ancora adempiuto alle disposizioni inerenti gli obblighi di pubblicità e trasparenza da parte degli enti pubblici. “In particolare -spiega- non è stata rispettata la disposizione relativa agli obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi dirigenziali  e di collaborazione e consulenza. Tant'è che il sito istituzionale nella parte trasparenza valutazione e merito è del tutto carente e la voce “Consulenti e Collaboratori” è del tutto priva di contenuto”.

Ad Accorinti, Signorino, Ialacqua e Le Donne il consigliere Santalco chiede di eliminare eventuali violazioni di legge che possano comportare danno erariale e di comunicare gli atti posti in essere per recuperare le somme eventualmente già erogate e non dovute a Ciacci e Rossi. Costi totalmente a carico dei messinesi, che li pagheranno con la futura TARI.

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