Prove tecniche antinquinamento con “Scilla 2014”
Cosa succederebbe se nei mari italiani una nave di passaggio, per un guasto, un incidente o una sfortunata coincidenza, perdesse grosse quantità di carburante o materiale inquinante? Quali le modalità di intervento per fermare il disastro che ne deriverebbe?
La risposta a queste domande è stata ampiamente illustrata nel corso dell'esercitazione Scilla 2014, il principale evento addestrativo della Marina Militare in tema di lotta all'inquinamento marino, la cui settima edizione si è tenuta a Messina nei giorni scorsi.
Dopo il seminario sulla lotta all'inquinamento da idrocarburi in mare tenutosi nell'Aula Magna dell'università di messina nel pomeriggio di martedì, ieri è stata la volta delle esercitazioni in mare, in occasione della quale alcune navi della Marina Militare hanno ospitato a bordo studenti, giornalisti a autorità locali chiamate ad assistere dal vivo alle operazioni.
“Siete su una nave della Marina Militare, siete su una vostra nave. La giornata di oggi serve anche a mostrare come vengono utilizzati i soldi dei contribuenti”. Con queste parole il contrammiraglio Mario Culcasi, comandante delle forze di pattugliamento di Augusta, ha accolto i presenti a bordo della nave Orione, tra i quali il sindaco Renato Accorinti e l'assessore alle Risorse del mare Filippo Cucinotta.
Il Capitano di Fregata Mauro Panarello, responsabile delle operazioni, ha poi fatto il punto della situazione per raccontare le esatte circostanze della simulazione e le conseguenti azioni intraprese.
Questo lo scenario ipotizzato: una collisione avvenuta alle 19.30 del giorno precedente, nelle acque antistanti la costa messinese all'altezza di S.Margherita, tra la nave Mercantile Santa Maria e la nave Verdiana. La Santa Maria riporta un lieve danneggiamento dello scafo e inizia a sversare in mare una piccola quantità di idrocarburi.
Immediatamente allertata, la Capitaneria di Porto di Messina manda in area una motovedetta che conferma lo sversamento, e attiva il piano di emergenza locale. I primi mezzi a intervenire sono un rimorchiatore, la nave del Ministero dell'Ambiente Ievoli Red, e un ATR 42, aereo bimotore della Guardia Costiera, che sorveglia dall'alto l'espandersi della macchia oleosa.
Ma alle 21.30 la situazione peggiora. Lo sversamento aumenta di intensità e alle 22 si dichiara l'emergenza nazionale. È a questo punto che si rende necessario il coinvolgimento della Marina Militare, con i mezzi dotati di sistemi antinquinamento, in questo caso tre navi della Classe Costellazioni: Orione, Vega e Cassiopea.
Alle 23 arrivano sul luogo della collisione la nave Corsi, di proprietà della Guardia Costiera di Messina, che inizia le attività antinquinamento, mentre il Supergabbiano Sei parte dal porto di Augusta per portare il suo contributo alle operazioni.
I mezzi della Marina Militare arriveranno sul posto alle 5 del mattino, quando la macchia di carburante ha un'estensione di 700 metri cubi. Per arginare l'espandersi incontrollato della macchia oleosa si utilizzano le panne galleggianti, barriere pneumatiche che vengono disposte sulla superficie del mare a creare una sorta di recinto. Entrano poi in azione gli skimmer, che aspirano le sostanze oleose e le stoccano in delle casse apposite.
Ciascuna nave può contenere tra i 300 e i 450 metri cubi di liquido ed è per questo che nel corso delle operazioni si avvicendano tre navi diverse. A carico pieno, la nave porta a terra le casse contenenti il materiale da smaltire. Grazie alla collaborazione con MessinAmbiente e alcune ditte esterne specializzate, in questo caso lo stoccaggio è stato predisposto in apposite aree ecologiche del territorio (a Pistunina e a Spartà).
Il lavoro svolto in mare si affianca a quello delle non meno importanti operazioni di terra, coordinate dal Comune di Messina in collaborazione con la Prefettura.
Prefettura che, in collegamento streaming con la nave Orione, ha illustrato le diverse fasi organizzative: si è iniziato alle 9.30 con la convocazione di un tavolo tecnico, che ha innanzitutto comunicato l'emergenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.
A livello locale, diverse le forze chiamate a intervenire per la salvaguardia del tratto di costa antistante la zona dell'incidente: i Vigili del Fuoco, Polizia Municipale e Polizia di Stato, la Croce Rossa e il 118, la Brigata Aosta (che ha fornito un mezzo cingolato per la movimentazione del terreno inquinato), la Protezione Civile, i Carabinieri e la Guardia di Finanza.
A mezzogiorno, la plancia di comando della nave Orione in collegamento con la Prefettura ha comunicato la fine delle operazioni: emergenza arginata.
L'enorme quantità di forze coinvolte dà un'idea dell'eccezionale sinergia messa in atto per fronteggiare una situazione di questo tipo, poco auspicabile eppure possibile, specie nell'area dello Stretto, in cui è notevole il traffico di navi mercantili.