Pronta la lista dei desideri da presentare a Renzi

Accorinti
Il sindaco di Messina

Da una porzione della Caserma Crisafulli-Zuccarello a un'Autorità Portuale dello Stretto. Dalla continuità territoriale tra Messina e il resto del Paese al rinvio della presentazione del Piano di Riequilibrio, passando per l'uso dei fondi previsti per le opere compensative del defunto ponte sullo Stretto.

La lista dei desideri è pronta. Domani il sindaco di Messina Renato Accorinti incontrerà a Roma il presidente del Consiglio Matteo Renzi e durante il confronto il primo cittadino presenterà al premier gli interventi che l'amministrazione ritiene necessari.

Cinque i nodi da sciogliere. Si inizia con l'assegnazione al Comune di Messina di 4 ettari su 14 del complesso militare di viale Europa Crisafulli-Zuccarello per realizzare il nuovo Tribunale, parcheggi e spazi verdi.

Secondo Palazzo Zanca “l'operazione consentirebbe l'attivazione del finanziamento di 17 milioni di euro già disponibile e bloccato da oltre 20 anni, per la mancata individuazione di un'area idonea allo scopo, consentendo importantissime economie rispetto ai fitti passivi (intorno al milione e mezzo di euro l'anno)”.

Per quanto riguarda poi la soppressione dell'Autorità Portuale di Messina, l'amministrazione Accorinti chiede a Renzi la benedizione su un'Authority dello Stretto che comprenda il capoluogo peloritano, quello calabrese, Milazzo, Villa San Giovanni e Gioia Tauro.

“Messina è il primo porto d'Italia per numero di passeggeri e traffico ro-ro -si sottolinea nella memoria- e l'ottavo porto italiano per traffico crocieristico. L'ipotesi di accorpamento tra Messina, Catania e Augusta non risulta convincente data la sovrapposizione di funzioni, che determinerebbe una competizione interna tra Messina e Catania e tra Milazzo e Augusta. Al contrario, un'Autorità Portuale interregionale tra Sicilia e Calabria può sicuramente offrire maggiori prospettive di sviluppo”.

Altra dolente è la continuità territoriale, anche alla luce del notevole flusso tra le due sponde di passeggeri, pendolari e studenti.

“Anche a causa della riduzione dei finanziamenti statali -si legge ancora- il servizio di attraversamento rapido è andato diminuendo negli anni più recenti, rimanendo collegato a una gestione sempre meno funzionale e non più rispondente alle reali esigenze di mobilità. La realizzazione di un adeguato sistema di trasporto, da integrare con quelli messi a punto dalle aziende che nelle due città gestiscono la mobilità urbana, incrementerebbe gli scambi lavorativi, educativi e commerciali tra le due sponde dello Stretto, portando ad un miglioramento delle condizioni economiche dell'area integrata dello Stretto.

Inserita con notevole nonchalance al 4 punto è la richiesta di far slittare al 30 settembre l'approvazione del Piano di Riequilibrio, prevista per il prossimo 2 settembre. Che l'amministrazione sia in difficoltà da questo punto di vista è cosa risaputa e questa proposta lo conferma.

“Considerando i problemi posti dall'approvazione di TASI e TARI e il tempo necessario per questi adempimenti, si chiede per l'anno 2014 di spostare al 30 settembre (per i Comuni che abbiano già approvato con delibera di Giunta la proposta di Piano di Riequilibrio) la data per l'approvazione da parte dei Consigli comunali, introducendo nel decreto Sblocca Italia un articolo ad hoc. Inoltre, per facilitare gli accordi con i creditori, si chiede che il decreto preveda anche una norma che faciliti i pagamenti della Pubblica amministrazione, consentendo l'utilizzo immediato dei fondi concessi alle amministrazioni in predissesto”.

Infine il nodo più complicato da gestire, quello relativo all'uso dei 231 milioni di euro previsti per le opere compensative del ponte sullo Stretto. Il 15 dell'anno scorso la società Stretto di Messina è stata posta in liquidazione e di lei resterà solo il ricordo delle centinaia di milioni sprecate in oltre 30 anni tra progettazioni e consulenze per un'opera basata sul nulla.

La legge 221 del 2012 prevede che “la società può essere autorizzata, previa approvazione dei progetti definitivi da parte del CIPE e d'intesa con le Regioni interessate, a eseguire lavori infrastrutturali funzionali all'esigenza dell'attuale domanda di trasporto anche in caso di mancata realizzazione del ponte”. Carta questa che l'amministrazione Accorinti intende giocarsi fino in fondo per realizzare gli interventi già previsti, il riutilizzo di aree militari dismesse, il completamento del porto di Tremestieri e il recupero della Zona Falcata.

“La realizzazione di alcuni interventi -chiosa ancora la nota- rappresenterebbe un importantissimo momento di sviluppo infrastrutturale, economico e sociale di Messina, oltre a un giusto riconoscimento dei notevoli sacrifici e danni ambientali dalla stessa patiti per il ruolo di transito e snodo nel sistema nazionale di trasporto, che per la localizzazione degli approdi in zone centrali della città impone tuttora un insostenibile impatto aggiuntivo di traffico sia pesante che leggero a quello cittadino”.

Gli interventi riguarderebbero il Piano Particolareggiato Porto Tremestieri (34.125.000 euro), il recupero della Real Cittadella previa realizzazione di un Centro Servizi e annesso Parco di ricucitura con il Centro Urbano e la riqualificazione dell'area Maregrosso – S. Cecilia, impianti di raccolta acque meteoriche a Ganzirri e Granatari (4.544.332 euro), il Piano Particolareggiato Capo Peloro (56.990.325 euro). E ancora: vari lavori di viabilità, parcheggi a raso, aree verdi, restauro delle ex Torri Morandi, tre nuovi edifici destinati a musei – laboratori, servizi di quartiere, recupero della base dell'ex pilone ENEL per servizi per il tempo libero legati alla fruizione del mare, un aquario sommerso.

Previsti lavori di ripascimento e rinaturalizzazione a Santa Margherita (5.118.000 euro),  adeguamento e riqualificazione della Panoramica dello Stretto (8.850.000 euro), una nuova strada tra Faro Superiore e Tono (12.285.000 euro),  il completamento della viabilità del torrente Papardo fino a Faro Superiore (15.000.000 di euro).

Altro cavallo di battaglia dell'amministrazione Accorinti è l'assorbimento di aree militari dismesse. A partire da quelle di Bisconte e Campo Italia che “risultano non più utilizzate da molti anni. Il loro conferimento al patrimonio del Comune di Messina consentirebbe il riutilizzo delle stesse per usi diversi. In particolare, le aree di Bisconte possono essere destinate a parco urbano e a emergenza abitativa e accoglienza, mentre la zona di Campo Italia potrebbe essere destinata alla realizzazione di una casa circondariale basata su principi di rieducazione e riabilitazione. Questo intervento permetterebbe di liberare l'attuale immobile di Gazzi, che si trova ormai in una zona densamente popolata della città”.

Per quanto concerne il porto e l'area di stoccaggio di Tremestieri, il completamento degli approdi è finanziato e “i lavori per l'ampliamento dell'infrastruttura –assicura l'amministrazione di Palazzo Zanca- partiranno entro il 2014. Per sostenere la razionalizzazione della distribuzione delle merci in arrivo a Messina è stata progettata una piastra logistica che richiede un finanziamento di 40 milioni di euro e poniamo al Governo l'esigenza di recuperare i fondi necessari per realizzarla”.

Infine, la Zona Falcata, una delle aree maggiormente devastate e violentate della città, nonostante contenga elementi di pregio come il Forte San Salvatore, la cinquecentesca lanterna del Montorsoli e la seicentesca Cittadella. “La possibilità di intervenire con un progetto che metta a sistema queste realtà attraverso un intervento di recupero, valorizzazione e riuso a fini museali –conclude la nota- rappresenta con certezza un elemento chiave per il futuro sviluppo della città”.

La palla passa adesso al sindaco Accorinti, che domani dovrà convincere il presidente Renzi della validità delle richieste presentate.

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