Ponte sullo Stretto, De Luca contro don Ciotti e Vendola che bollano Sicilia e Calabria come mafiose

MESSINA.  Don Ciotti e l'ex presidente della Regione Puglia Nicky Vendola chiamati in causa durante la marcia noponte di ieri con il loro messaggio razzista contro siciliani e calabresi rispetto al ponte sullo Stretto, ribadito inconsapevolmente dai detrattori del collegamento stabile tra la Sicilia e l'Europa, che evidentemente non hanno gli strumenti necessari per rendersi conto di quanto sia offensivo: “il ponte unirà due cosche”. A contestarli con la solita verve il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca, che non le manda a dire. “Ma che schifo di messaggio è questo? -chiede. Perché i presidenti delle Regioni Calabria e Sicilia non querelano gli autori di questo striscione? Perché dobbiamo sempre essere bollati di mafiosità? Un uomo di chiesa come don Ciotti, che ha tutto il mio rispetto per il suo ministero e per le sue attività, che esempio sta dando con queste affermazioni? Tutto questo mi fa schifo!”. Lo stesso don Ciotti che, aggiungiamo noi, è un uomo di chiesa che con l'associazione Abele gestisce un vastissimo patrimonio immobiliare confiscato alla mafia. E il fatto che a una manifestazione nopontista ci fossero striscioni pro Gaza (governata dai criminali terroristi di Hamas) e bandiere e fazzoletti palestinesi, la dice lunga sul senso politico della manifestazione. Una manifestazione durante la quale è emersa ancora una volta la spaccatura tra i due fronti nopontisti (da un lato Gino Sturniolo e i suoi sostenitori) dall'altra gli ex accorintiani adesso alleati con i partiti, a partire dal PD, che tanto disprezzavano prima dell'alleanza del 2022. Un'alleanza inutile, vista la una clamorosa sconfitta alle amministrative del centrosinistra, costituito da Partito Democratico, 5 Stelle e reliquie accorintiane. Piacevolissimi da leggere i post da una parte e dall'altra, tra accuse da asilo Mariuccia e dispettucci vari, con una sola consapevolezza a giudicare dai like e dai commenti che hanno rimediato: a Messina i nopontisti sono davvero pochi e per fare numero, ancora una volta, è stato necessario un appoggio esterno che ha messo insieme appena 3.000 persone in una città di 217.583 abitanti al 31 agosto 2023.”Nel rispetto di tutte le espressioni democratiche da cittadino e da sindaco accolgo come ho sempre fatto ogni tipo di corteo o azione di comunicazione legale e legittima -commenta il primo cittadino di Messina Federico Basile. Ma quando un'azione di legittima democrazia diventa strumento di altro genere di comunicazione non posso non condannare un comportamento che prescinde dal tema della manifestazione. Ho letto il manifesto che è stato esposto durante il corteo no ponte … e davvero non capisco quale messaggio si voglia dare”.

Ponte corteo sicilians

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.