MESSINA. «Sulla carta mancano cinque mesi all'apertura dei cantieri e la domanda è: siamo pronti? No». Nei giorni che seguono l'ennesimo convegno che in altri territori, limitrofi, affrontano il tema del ponte sullo Stretto e le ricadute della sua realizzazione, il segretario generale della CISL Messina Nino Alibrandi ha incontrato il sindaco federico basile e adesso chiama a raccolta le forze politiche, imprenditoriali, il mondo dell'associazionismo affinché «si chiuda il capitolo delle chiacchiere, delle posizioni ideologiche e si faccia fronte comune per andare incontro alle opportunità. Perché, è bene ricordarlo, che al di là del ponte ci saranno opere a supporto che per l'80% dell'intero finanziamento saranno a Messina.
Il ponte è un'opera sovranazionale – afferma Alibrandi – E noi siamo in ritardo, anzi non abbiamo più tempo. A Messina continuiamo a registrare una leggerezza imbarazzante, ci si ferma soltanto all'aspetto ideologico del “no al ponte” o “sì al ponte”. Gli effetti delle cantierizzazioni saranno importanti e non possiamo – continua Alibrandi – pensare di sopportare solo i disagi mentre le ricadute positive ed economiche andrebbero altrove. Fuori da Messina guardano alle opportunità, si pensa a realizzare centri per la formazione delle professionalità che dovranno essere impiegate nella costruzione a Reggio Calabria e Catania. Lavoratori che acquisirebbero specializzazioni importanti da spendere anche fuori, non per forza sul ponte. Ma sulla grande opera serviranno migliaia di lavoratori e ci sono i margini per mettere in piedi un altro centro di formazione a Messina».
Alibrandi sottolinea anche come il ponte non significhi solo opportunità di lavoro per l'edilizia. «Ci sono tutti i servizi collegati a supporto di chi arriverà in città per la costruzione. Dalla ricettività alla logistica, sono solo alcuni degli aspetti che devono essere preparati per tempo. Per questo riteniamo ormai esaurito il tempo, dobbiamo mettere in campo un patto per il lavoro che veda l'amministrazione comunale capofila di tutti i portatori di interesse, dalla deputazione locale alle istituzioni, le associazioni datoriali e dei lavoratori, l'università e il mondo della scuola. Si deve creare un “sistema territorio” che sia il baricentro dell'azione di attrarre e rendere operative le opportunità offerte dal ponte senza farsi condizionare dalle ideologie e lavorare sulla formazione delle professionalità messinesi».