Politica e lavoro, duro affondo del segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano

Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, interviene sul nodo della crisi e sul ruolo della politica che, in questo momento, sembra essere più attenta alla scelta dei candidati e alle regole piuttosto che alla condizione del territorio e dei suoi abitanti.
“In queste settimane da diversi soggetti, tra cui anche la Cgil di Messina con il Terzo Rapporto sulla condizione occupazionale nella nostra provincia -dichiara Oceano- sono stati diffusi dati allarmanti sui principali indicatori delle condizioni del territorio: la crisi del lavoro, la povertà, la crescente difficoltà dei giovani, delle aziende, di interi settori produttivi che da anni continuano a subire un processo di ridimensionamento.
Fenomeni questi, che hanno la loro visibilità maggiore nelle botteghe chiuse, nei troppi cartelli “vendesi” e “affittasi”, nell'escalation di tensioni sociali legate ai temi del lavoro, nel ritorno alle rapine nelle farmacie e nelle banche e anche nei gesti estremi di chi non vede la luce oltre il tunnel”.
Il segretario della Cgil di Messina individua un ulteriore motivo di disagio socio-economico nella crisi finanziaria degli enti locali determinata dai tagli ai trasferimenti nazionali, che sta trascinando a fondo le partecipate e l'insieme dei servizi pubblici ai cittadini. Servizi che proprio nei momenti di maggiore difficoltà diventano un elemento nodale di sostegno e di reddito. Dai trasporti pubblici, alla mensa scolastica fino ai servizi sociali solo per citarne alcuni.
“Questa condizione, con il Comune di Messina sull'orlo del dissesto, richiede scelte condivise ma nette -prosegue Oceano. Scelte che non possono essere neutre né a danno dei soggetti più deboli né a vantaggio dei soliti noti. Scelte da assumere rapidamente per trovare una soluzione idonea a uscire dalla crisi”.
Non risparmia rimproveri alle coalizioni partitiche, ribadendo che “in una situazione così drammatica, sia dai candidati sindaco che da tutte le forze politiche e dai movimenti civici, assistiamo solo a un dibattito sulle modalità di scelta del personale politico, su come dovrebbe funzionare il sistema politico e su chi sarà il candidato di questa o quella parte.
Sulla condizione che stiamo vivendo, sul dramma delle aziende che chiudono, della gente che perde il lavoro e decide di farla finita, sulle prospettive per i giovani, su come far ripartire il lavoro e la produttività, su proposte e soluzioni, questi soggetti istituzionali non si sono mai pronunciati. E in questo -conclude il sindacalista- l'anti politica e la cattiva politica sono simili: guardano al proprio ombelico”.