#Palermo. Lotta al lavoro nero, multe per quasi 42 mila euro
Giro di vite sul lavoro nero a Palermo e in provincia. I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e i militari del Comando Provinciale del capoluogo siciliano negli ultimi giorni di aprile hanno proseguito le ispezioni finalizzate alla verifica della sicurezza nei cantieri e dell'osservanza dei contratti di lavoro a Palermo e provincia.
Le ispezioni hanno riguardato diversi cantieri edili. Sono state comminate sanzioni amministrative ed ammende per 42 mila euro, inoltre è stato trovato un lavoro in nero.
In un cantiere edile, a Bagheria, sono stati scoperti 3 lavoratori in distacco illecito da un'altra ditta. Questo sistema è sanzionato quando rappresenta una forma di caporalato da parte del datore di lavoro verso gli operai, che sono messi a disposizione di altra un'ditta, magari ad un prezzo inferiore. I titolari di questa ditta hanno operato un illecito distacco dei tre operai per complessivi 159 giorni lavorativi.
In un altro cantiere edile, a Cefalù, sono state riscontrate numerose irregolarità in materia di sicurezza e mancata applicazione dei contratti nazionali di settore, al punto da rendere necessario il sequestro del cantiere nonché la sospensione dell'attività imprenditoriale per l'impiego di un lavoratore in nero sui due presenti.
Inoltre, il rappresentante legale della ditta beneficiaria delle opere, risultava responsabile della mancata adozione del piano di demolizione. L'architetto committente dei lavori, non aveva verificato l'idoneità tecnica all'esecuzione dei lavori edili.
I titolari della ditta esecutrice dei lavori risultavano responsabili della mancata visita medica preventiva all'assunzione dei lavoratori, per la mancata formazione dei lavoratori, la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuali ai lavoratori, del mancato adeguato ancoraggio del ponteggio metallico che invece risultava instabile.
Inoltre, il rappresentante legale della ditta beneficiaria delle opere, risultava responsabile della mancata adozione del piano di demolizione. L'architetto committente dei lavori, non aveva verificato l'idoneità tecnica all'esecuzione dei lavori edili.
I titolari della ditta esecutrice dei lavori risultavano responsabili della mancata visita medica preventiva all'assunzione dei lavoratori, per la mancata formazione dei lavoratori, la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuali ai lavoratori, del mancato adeguato ancoraggio del ponteggio metallico che invece risultava instabile.