#Palermo. L’estate del Biondo a Villa Filippina tra musica e teatro
Un mese di intrattenimento con spettacoli di qualità che uniscono musica e teatro, secondo la linea trasversale seguita negli ultimi anni dalla nuova direzione. Parte la stagione estiva del Teatro Biondo di Palermo, che dall'8 luglio al 5 agosto si trasferisce al fresco di Villa Filippina, in piazza San Francesco di Paola, per offrire un programma leggero ma allo stesso tempo ricco di temi e di spunti per riflettere sull'attualità.
«L'esigenza di una stagione estiva più popolare – dichiara Roberto Alajmo, direttore del Teatro Biondo – si fa sentire tanto più in un momento in cui, superate molte difficoltà finanziarie, il nostro ente è chiamato a moltiplicare la sua offerta, soprattutto destagionalizzando. Non è più pensabile un teatro che viva soltanto del suo cartellone classico, invernale e in abbonamento».
Si comincia l'8 e il 9 luglio, alle 21.00, con Il Trionfo di Rosalia, un omaggio alla Santuzza in vista del Festino. Salvo Piparo e Costanza Licata riadattano il testo di Salvo Licata dedicato a Rosalia, leggendaria liberatrice della città dalla peste.
Per Piparo e Licata la peste per la quale si chiede l'intercessione della santa, è rappresentata dalla vita di stenti e persecuzioni che spinge migliaia di persone a fuggire dai loro paesi d'origine inseguendo il sogno di un'esistenza più dignitosa. Per restituire l'efficacia rituale della messa in scena, che racconta la vita di Santa Rosalia tra storia, leggenda e attualità, gli autori coinvolgono una cinquantina di interpreti, tra attori, musicisti e figuranti, tra cui i cittadini di quartieri come l'Albergheria, la Guadagna e Bonagia e i ragazzi delle case di accoglienza giunti in Sicilia con gli ultimi sbarchi.
Le musiche dello spettacolo, eseguite dal vivo dagli autori, sono di Francesco Cusumano, Irene Maria Salerno e Davide Velardi, le coreografie di Virginia Gambino. Dedicato al giornalista-poeta Salvo Licata, questo straordinario spettacolo di borgata, chiama a raccolta tutti i fedeli, per devozione o curiosità, radunandoli attorno a un miracolo: un simbolico rito propiziatorio che battezza la città con una cofana di fave a coniglio, per salvarla da ogni malasorte, come un capodanno estivo che traghetta le anime, i sentimenti e i desideri di ciascuno.
L'estate del Biondo proseguirà dal 18 al 30 luglio (con pausa dal 24 al 26) con una nuova produzione: Il curriculum di Dio, un divertente e paradossale racconto di Jean-Louis Fournier adattato per il teatro da Alfio Scuderi, che ne cura la regia, e da Paride Benassai, che lo interpreta insieme a Maurizio Bologna. Ad arricchire la messa in scena di questa divertente commedia saranno le musiche eseguite dal vivo dagli Akkura, dal trio di Lello Analfino e da Alessandro Bondì. In via del tutto eccezionale i musicisti si esibiranno insieme la sera della prima, dando luogo a una spettacolare jam-session, mentre si alterneranno sul palcoscenico durante le repliche.
Divertente, leggero, surreale, sagace e ironico, a tratti dissacrante ma mai volgare né irrisorio, questo testo di Fournier porta lo spettatore a riflettere e a porsi domande complesse sull'esistenze e l'essenza del mondo, sempre col sorriso sulle labbra. La paradossale situazione prende spunto dal fatto che Dio, stanco di non far nulla dopo aver creato tutte le cose, si metta alla ricerca di un lavoro, e per di più proprio a Palermo. Di certo nessun'altra persona al mondo potrebbe vantare un curriculum vitae tanto vasto, eppure davanti alle domande impertinenti e brillanti del datore di lavoro e davanti ai classici test psico-attitudinali, anche Dio si trova in difficoltà. È buffo vederlo imbarazzato davanti alle domande sulla creazione e sulla vita, un Dio che non sembra essere poi così convinto di tutto ciò che ha creato.
Un altro vivace spettacolo, che si muove tra musica e racconto, è Mimì – Quando Modugno non era ancora Mister Volare – Storie, parole e canzoni di un uomo del Sud di e con Mario Incudine, in scena il 1° agosto. Con la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino e con i testi di Sabrina Petyx, Mimì racconta la storia di Domenico Modugno prima che diventasse il più popolare cantante italiano.
Incudine racconta che durante le riprese di un film, nel quale il giovanissimo Modugno interpretava un piccolo ruolo, venne notato dal protagonista Frank Sinatra mentre cantava una ninna nanna pugliese. Sinatra, incuriosito, chiese al giovane cosa fosse quella stupenda nenia e Mimì, cosi lo chiamavano tutti, rispose che era un vecchio canto della sua terra, la Puglia. Il divo americano sorrise e gli consigliò immediatamente di fingersi siciliano, perché, diceva, «la Sicilia la conoscono tutti, tutti sanno dov'è e poi il dialetto è molto simile al tuo. Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!». E cosi il giovane Modugno, nato a Polignano a Mare, cominciò a creare la nuova canzone d'autore in dialetto.
Parte da questo episodio l'originale spettacolo di teatro e musica, che annoda diversi momenti della vita del grande cantante, portando alla luce un repertorio sommerso e poco esplorato della canzone italiana, che ha segnato l'inizio della carriera di Modugno. I nuovi arrangiamenti di Mario Incudine, eseguiti in scena con i musicisti Antonio Vasta (pianoforte, fisarmonica e organetto), Antonio Putzu (fiati), Manfredi Tumminello (chitarre e bouzouki), Pino Ricosta (contrabbasso) ed Emanuele Rinella (batteria), restituiscono tutto l'incanto di un mondo che è venuto alla luce grazie all'impareggiabile voce di colui che sarebbe passato alla storia come “Mister Volare”. Un'occasione per guardare il Sud da un'angolazione nuova, senza oleografia e senza retorica, attraverso gli occhi di chi, fingendosi siciliano, è riuscito a disegnare l'immagine più autentica e poetica di una terra unica.
L'estate del Biondo si concluderà il 4 e 5 agosto con il ritorno a Palermo, dopo tantissimi anni, della Banda Osiris e delle sue Dolenti note, un ironico viaggio musical-teatrale ai confini della realtà. Una girandola senza sosta di gag musicali, un inno all'amore per la musica travestito da manuale per evitare i musicisti e il loro gramo mestiere, ma anche un antidoto contro le false speranze del musicista fai-da-te.
I quattro membri della Banda, Sandro Berti (mandolino, violino, trombone), Gianluigi Carlone (voce, sax), Roberto Carlone (trombone, pianoforte), Giancarlo Macrì (percussioni, batteria, bassotuba), si divertono ad elargire provocatori e paradossali consigli: dal perché sarebbe meglio evitare di diventare musicisti a come dissuadere i bambini ad avvicinarsi alla musica; da quali siano gli strumenti musicali da non suonare a come eliminare i musicisti più insopportabili. Racconti fulminanti e letali, elenchi di terribili difetti caratteriali, aforismi e aneddoti sui musicisti.
Shakerando musica colta e popolare, musica da camera e da balcone, Beatles e Čajkovskij, la Banda Osiris tratteggia il ritratto impietoso della figura del musicista. Tra le risate, si recepisce il vero messaggio in agrodolce: la musica può riempirci la vita, ma va coltivata con rigore, creatività e passione, e non dà assicurazioni contro la frustrazione.