#Palermo. Frodano il fisco per 7 milioni di euro, arrestati due imprenditori
Una maxi frode fiscale da 7 milioni di euro è stata scoperta a Palermo dalla Guardia di Finanza. Sono stati arrestati due imprenditori e sequestrati denaro, immobili e quote societarie.
Nella mattinata di oggi, militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno arrestato due imprenditori palermitani, (di cui sono state rese note solo le iniziali M.M. e C.S.), che si sarebbero resi responsabili, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, di una gigantesca frode fiscale in materia di iva, del valore complessivo di sette milioni e quattrocentomila euro.
Nei confronti dei due imprenditori e di altre 3 persone, le Fiamme Gialle stanno eseguendo sequestri di denaro, immobili e quote societarie fino alla concorrenza del valore complessivo del debito tributario.
I provvedimenti restrittivi richiesti dal Dipartimento Criminalità Economica della Procura della Repubblica di Palermo, coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo Nicola Aiello.
Le indagini sono iniziate dopo una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società attiva nel commercio al dettaglio di elettrodomestici, prodotti di elettronica, di consumo e di informatica.
Durante la verifica è stato accertato che alcuni fornitori, sfruttando illecitamente il regime fiscale che regola i passaggi di beni tra paesi appartenenti all'Unione Europea, hanno acquistato da un fornitore di Madeira in Portogallo e poi commercializzato sul territorio nazionale ingenti quantitativi di prodotti Hi-Tech, senza corrispondere la relativa IVA, attraverso un meccanismo denominato frode carosello.
Il sistema prevede la presenza di società cosiddette cartiere, amministrate da soggetti prestanome, che oltre a vendere i propri prodotti ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato, speculando sul mancato versamento dell'IVA, consentono una indebita detrazione da parte dell'acquirente compiacente, provocando cos,ì da un lato, un ingente danno alle casse dello Stato e dall'altro, una distorsione degli equilibri del mercato e delle regole sulla concorrenza.