Operazione dei Carabinieri di Barcellona e del NOE di Catania: misure interdittive per tre imprenditori del settore rifiuti

inbound5539349650046353787I Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, in collaborazione con il Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Catania, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali, per la durata di sei mesi, nei confronti di tre persone. L'ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica e coinvolge imprenditori già titolari di aziende della provincia di Messina attive nel settore della gestione dei rifiuti. Le accuse nei loro confronti riguardano i reati di “frode nelle pubbliche forniture” e “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”.

Le indagini e le accuse

L'inchiesta ha avuto origine da un'indagine condotta dai Carabinieri di Barcellona P.G. e dal NOE di Catania, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Le investigazioni hanno rivelato, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, che le tre aziende, aggiudicatarie di appalti per la raccolta dei rifiuti in alcuni comuni della provincia, avrebbero messo in piedi un sistema illecito per ridurre i costi operativi. Questo sistema consisteva nell'aggirare le normative ambientali e le disposizioni previste dai contratti di appalto.

In particolare, i rifiuti raccolti non sarebbero stati pesati come previsto, con annotazioni arbitrarie sui documenti di trasporto, che riportavano dati falsi relativi a produttore, quantità e tipologia dei rifiuti. Inoltre, i rifiuti provenienti da diversi comuni non sarebbero stati separati correttamente, violando così il capitolato d'appalto che richiedeva una precisa attribuzione delle quantità di rifiuti per ciascun ente.

Gli ex rappresentanti delle aziende coinvolte, insieme ai dipendenti, avrebbero inoltre trasferito i rifiuti raccolti nei territori dei comuni direttamente ai compattatori, senza differenziare le varie tipologie, inclusi i rifiuti pericolosi. Questo ha portato alla miscelazione illecita di oltre 55 tonnellate di rifiuti.

I sequestri e le conseguenze

Le indagini, già nel 2021 e nel 2022, avevano portato al sequestro preventivo di alcuni Centri Comunali di Raccolta e isole ecologiche della zona, dove erano state riscontrate diverse violazioni riguardanti il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Nel contesto dell'attuale procedimento, è stato disposto il sequestro preventivo delle aziende e delle quote societarie delle tre imprese coinvolte.

Per garantire la continuità del servizio di gestione dei rifiuti nei comuni interessati, le aziende potranno continuare ad operare, ma sotto la supervisione di un amministratore giudiziario nominato dall'Autorità Giudiziaria.

Diritti degli indagati e fase processuale

In questa fase delle indagini, ancora preliminare, i tre indagati sono da considerarsi innocenti fino a prova contraria, come previsto dalla legge. Il procedimento penale continuerà nel pieno rispetto del contraddittorio tra le parti e con la possibilità di dimostrare l'assenza di responsabilità da parte degli imputati.

L'inchiesta ha messo in luce presunte pratiche illecite nel settore della gestione dei rifiuti, un ambito spesso al centro di attività criminali a causa dei rilevanti interessi economici in gioco.

 

Carmelo Amato

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