Morto all’improvviso il professor Mario Centorrino

Mario Centorrino
Il professor Mario Centorrino

Un malessere durato poche ore e poi la morte improvvisa mentre era in vacanza con la moglie in Alto Adige. A 72 anni se n'è andato Mario Centorrino, docente dell' di Messina, economista e collaboratore di testate prestigiose.

Un lungo impegno politico nel Partito Comunista seguendone via, via le tormentate vicende, poi gli incarichi come assessore nella Giunta Genovese a Messina e nell'esecutivo guidato da Raffaele Lombardo come membro tecnico.

Dal 1985 al 1991 fu il preside della facoltà di Scienze Politiche e prorettore durante uno dei mandati di Franco Tomasello.

Di recente era stato nominato presidente del Nucleo di valutazione dell'Università di Messina. Alla moglie Adele Fortino e al figlio Marco le più sincere condoglianze del direttore e della redazione di MessinaSicilians.

L'ultima volta che ho incontrato Mario Centorrino è stato un paio di settimane fa, in via Tommaso Cannizzaro. Lui stava rientrando in facoltà, io a casa dopo una mattinata passata in Comune. Anche se eravamo di corsa, come sempre ci siamo fermati a scambiare qualche parola, a commentare la situazione economica della città e le misure opportune da prendere per impedire il disastro totale.

Qualche battuta al vetriolo da parte di entrambi, la speranza condivisa che le cose potessero cambiare, la consapevolezza delle difficoltà e poi ci siamo salutati affettuosamente, con la promessa di risentirci al suo rientro dalle vacanze per una chiacchierata da trasformare in una lunga intervista sia per questo giornale che per Milano Finanza.

Le cose sono andate diversamente. Ho conosciuto Mario Centorrino una ventina di anni fa, quando iniziai a lavorare come giornalista. Al Giornale di Sicilia mi affidarono subito il settore dell'economia e contattare Mario Centorrino era un passaggio obbligato per chiunque volesse informazioni certe e dati precisi.

Diversamente da molti (tanti, troppi) suoi colleghi di università, Mario Centorrino non è mai stato supponente o si è comportato come il “verbo”, nonostante io fossi alle prime armi. Disponibile, gentile, paziente anche quando gli telefonavo a impossibili per un commento su una notizia dell'ultima ora o per avere dati e informazioni che solo lui mi poteva dare.

Non la pensavamo sempre allo stesso modo, come nel caso della sua decisione (una scelta del partito e non personale, è bene non dimenticarlo) di entrare a far parte dell'esecutivo Lombardo. Che ovviamente poi lasciò prima della scadenza del mandato. Di lui mi resta il ricordo del suo modo pacato e garbato di esporre le proprie tesi, della sua gentilezza, della sua ironia. Grazie Mario, davvero.

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