Milazzo, il tribunale riconosce la malafede dell’INPS nei confronti di una pensionata

Tribunale BarcellonaUn caso senza precedenti si è verificato a Milazzo, dove una pensionata al minimo, costretta a sopravvivere con la pensione sociale, si è vista sospendere il proprio sostegno economico e richiedere la restituzione di circa 3.000 euro da parte dell'INPS. La donna, già gravata dalla responsabilità di accudire un figlio disabile, si è trovata in una situazione disperata, costringendola a rivolgersi agli avvocati Alfio Chirafisi e Irene Dama.

L'avvocato Chirafisi e l'avvocato Dama,  hanno deciso di agire immediatamente, presentando due ricorsi. Il primo, d'urgenza, per ottenere la riattivazione immediata della pensione, e il secondo per l'annullamento della richiesta di restituzione dei 3.000 euro da parte dell'INPS.

La difesa ha sostenuto che non solo la donna fosse nel pieno diritto di ricevere la pensione, ma che l'INPS avesse agito nascondendo deliberatamente documenti fondamentali durante il processo, dimostrando così una condotta fraudolenta nei confronti del giudice e della pensionata.

Durante l'udienza del 1 ottobre 2024, gli avvocati Chirafisi e Dama sono riusciti a rintracciare e produrre questi documenti cruciali, dimostrando al giudice la malafede dell'INPS. Hanno chiesto non solo la riattivazione della pensione e il pagamento delle spese legali, ma anche un risarcimento per il danno subito dalla donna, evidenziando come l'INPS fosse consapevole di agire ingiustamente.

In una decisione storica, il giudice ha accolto in pieno le tesi della difesa, condannando l'INPS non solo a ripristinare la pensione e pagare le spese legali, ma anche a risarcire la pensionata per i danni subiti. Inoltre, il tribunale ha inflitto un'ammenda ex art. 96 c.p.c., riconoscendo che l'ente aveva agito con dolo, nascondendo la verità durante il processo.

Gli avvocati Chirafisi e Dama si sono detti molto soddisfatti del risultato ottenuto, sottolineando l'importanza di un provvedimento che non solo ha dato alla pensionata, ma ha sancito, per la prima volta, la malafede dell'INPS. Tuttavia, hanno espresso profondo sdegno per il fatto che un ente pubblico, incaricato di tutelare i diritti dei cittadini, abbia agito con dolo nei confronti di una donna indigente, la cui pensione ammonta a soli 600 euro al mese.

“Fortunatamente, giustizia è stata fatta fino in fondo”, hanno concluso gli avvocati, auspicando che simili comportamenti non si ripetano in futuro.

Carmelo Amato

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