#Migranti. Pittella: “Serve una strategia di lungo periodo, lo spostamento di grandi masse non è arrestabile”

Migranti profughi in mare“Respingere i migranti è un atto di guerra e quindi di morte”. Parole sante quelle di Papa Francesco. Dovremmo tutti farne tesoro. Specialmente chi ha responsabilità di governo. A prevalere sembra invece essere l'assuefazione alle tragedie che, senza sosta, continuano a verificarsi nel Mediterraneo.

La conta delle vittime scorre freddamente sui notiziari. Le immagini dell'ultimo naufragio con quei puntini neri dei corpi immobili che galleggiano nel mare blu dovrebbero far accapponare la pelle. Invece, ci indigniamo il tempo giusto di cambiare canale e non pensarci più.

La rivolta delle coscienze dovrebbe partire davvero da quello scatto dall'alto per cambiare la politica dei Paesi membri dell'Unione, basata esclusivamente sulla convenienza e l'egoismo nazionale. Ma i governanti dei Paesi membri restano ciechi e sordi, attenti solo alle convenienze di bottega di breve termine.

Come presidente del gruppo Socialista e Democratico continuo a chiedere e fare pressioni per la nascita di una vera politica europea dell'immigrazione, con risorse di bilancio adeguate alla straordinarietà dell'evento. Una strategia necessariamente di lungo periodo proprio perché lo spostamento di grandi masse non è arrestabile, nemmeno se dovessimo aderire alle scellerate idee di forza e violenza propagate da ominicchi con la felpa o da comici miliardari.

Lo ripetiamo sino alla noia: ci vogliono una dimensione generale e una visione politica all'altezza del compito. Il Parlamento Europeo ha indicato a larga maggioranza la strada giusta che comprende una valutazione rigorosa delle richieste di asilo e di accoglienza attraverso una dislocazione degli aventi diritto in tutti i Paesi della UE con quote vincolanti.

Una politica dell'accoglienza coadiuvata da un durissimo contrasto alla criminalità che gestisce le tratte che profitta della vita e della morte di persone disperate. Abbiamo chiesto anche una politica europea di ampio respiro che miri alla stabilizzazione del Nord Africa, una politica che sostenga sviluppo e democrazia nel Africa sub sahariana. Tutti elementi recepiti nell'agenda sull'immigrazione e sulle richieste di asilo varata dalla e narcotizzata da alcuni governi.

Aveva ragione Renzi quando si è battuto per una prima risposta europea, per quanto parziale, e ha ragione oggi Tsipras quando dice che la Grecia non può fronteggiare da sola un flusso di 500.000 persone. Possibile che una evidenza così clamorosa non sia raccolta dagli altri leader europei?

Possibile che il sonno di Cameron sia turbato solo dal timore di perdere terreno sul referendum sulla permanenza nella UE a vantaggio dell'Ukip, in caso di una suo qualche segno di apertura rispetto alla drammatica emergenza di Calais?

I suoi sogni, signor Cameron, dovrebbero trasformarsi in incubi per la mancanza di solidarietà e di rispetto per esseri umani. Riscopriamo tutti la gioia della solidarietà e avremo riscoperto anche l'anima della Europa.

Gianni Pittella

Presidente del gruppo dei Socialisti al Parlamento Europeo

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