Messina, una mostra per ricordare il lavoro di recupero dopo il terremoto del 1908
MESSINA. A 113 anni dal tragico terremoto del 28 dicembre 1908 che devastò Messina la Soprintendenza dei Beni culturali ricorda i momenti drammatici e quelli della ricostruzione attraverso un'esposizione che si inaugura lunedì 13 dicembre alle 17 nell'ex Cappella del Buon Pastore. In mostra il materiale documentario, le immagini e i progetti custoditi negli archivi, che consentono di effettuare una ricognizione di quello che fu l'immane lavoro per riportare la città a condizioni di vivibilità: la rimozione delle macerie e l'abbattimento dei corpi irrimediabilmente distrutti, la ricontestaulizzazione di quanto rimasto ma anche la progettazione delle nuove opere. L'iniziativa “113° Anniversario del Terremoto. Come l'Araba Fenice: il laboratorio della Rinascita. Immagini, carteggi e progetti di Messina tra passato, presente e futuro” si inserisce all'interno di una mostra diffusa che coinvolge diversi luoghi di Messina. “La mostra – sottolinea l'assessore regionale dei Beni culturali Alberto Samonà – costituisce un importante contributo alla rilettura della storia che diventa preziosissimo per comprendere lo sviluppo di Messina dopo il 1908. I documenti, i progetti e l'iconografia che trovano spazio all'interno della mostra, testimoniano la frenesia di quei giorni ma anche la strategia degli interventi adottati per riportare la città a condizioni di vivibilità. Rileggere oggi, attraverso la documentazione esposta, ciò che è avvenuto in quei difficili giorni, ci aiuta a rileggere la storia del territorio e a comprendere meglio le scelte effettuate anche in relazione ai personaggi che si sono avvicendati nella gestione dell'emergenza, l'attività di tutela posta in essere e i differenti approcci metodologici utilizzati”. In tal senso torna utile il termine laboratorio utilizzato per descrivere la mostra che vuole simbolicamente indicare il luogo in cui è possibile adottare metodologie differenti, ricercare soluzioni innovative, riscoprire antiche memorie, come è stato per il complesso processo di ricostruzione della città dopo il terremoto del 1908. La necessità di salvare il salvabile richiamò la presenza in città dell'archeologo Antonio Salinas, direttore della Regia Soprintendenza ai Monumenti, con sede in Palermo, i materiali recuperati trovarono una prima sistemazione presso la spianata di San Salvatore dei Greci, destinata poi a museo. L'architetto Francesco Valenti, inizialmente accanto al Salinas e, successivamente, nella qualità di direttore dell'Ufficio Monumenti, continuò a seguire i progetti anche dopo il trasferimento a Palermo come soprintendente. Le testimonianze dei due soprintendenti evocano ancora oggi, attraverso le citazioni riportate nelle didascalie, lo scenario che si presentò ai loro occhi e che fu descritto nelle ricognizioni “Terremoto di Messina (28 dicembre 1908). Opere d'arte recuperate” e “Ispezione ai resti monumentali della Città di Messina dopo il disastro del 28 dicembre e calcolo sommario dei primi lavori abbisognevoli”. “Oltre ai responsabili della tutela – precisa la soprintendente dei Beni culturali di Messina Mirella Vinci – per la ricostruzione di Messina giunsero in quei giorni architetti provenienti anche da altri ambiti culturali che attuarono un tipo di progettazione raffinata e di alto livello. Di questa produzione, realizzata nel primo quarto del secolo XX da Coppedè, Savoja, Bazzani e tanti altri, sono esposti alcuni elaborati grafici delle nuove costruzioni”. La mostra si articola in cinque sezioni che raccolgono testimonianze grafiche, fotografiche e documentali che narrano diversi aspetti della ricostruzione, la sezione dedicata ai ritrovamenti e scavi archeologici mostra i rinvenimenti effettuati in maniera fortuita nei cantieri per le nuove fabbriche e le conseguenziali campagne di scavo. Quella relativa ai monumenti perduti descrive la demolizione di chiese e palazzi irrimediabilmente o fortemente danneggiati dal sisma. La sezione dedicata ai monumenti recuperati mostra gli interventi di restauro conservativo e le innovative ricostruzioni, mentre quella dei monumenti itineranti mostra le audaci ricontestualizzazioni di statue e fontane monumentali nelle nuove sistemazioni urbanistiche. Infine, la sezione dedicata alle nuove costruzioni in contesti monumentali espone i progetti per la costruzione di nuove tipologie architettoniche residenziali in contesti ambientali di rilevanza storica.