#Messina. Svincoli: chiuse le pendenze arretrate

svincoliIn merito alla chiusura delle pendenze passate relative agli svincoli, l'assessore ai lavori pubblici Sergio De Cola, in una nota, evidenzia che: “Sono occorsi 30 mesi (gennaio 2014/luglio 2016) di lavoro quasi sempre sottotraccia con ANAS, passando per la sostituzione di un Ministro, la caduta di un potentissimo dirigente delle infrastrutture, la rimozione del presidente e il rinnovo del nazionale di ANAS e del vertici regionali dell'azienda per potere finalmente ritrovare il giusto equilibrio nei rapporti tra ente locale e Governo e poter arrivare a chiudere tutte le ”pendenze” ereditate dalle Amministrazioni precedenti.
Poi c'è voluto il coraggio di adottare un atto molto delicato come l'approvazione della IV perizia di variante intervenuta con determina del Segretario Generale nella sua qualità di soggetto attuatore pochi giorni fa, che consente di smobilitare molti milioni di euro dal quadro di spesa e chiudere definitivamente gli svincoli per tutto quanto riguarda i lavori. Il lungo e paziente lavoro fatto non deve però passare sotto silenzio e va riconosciuto perché ha chiuso un percorso quasi trentennale che determinava un rischio economico per l'amministrazione di decine di milioni di euro; oggi, per gli accordi in atto, questo rischio non c'è più perché anche se due voci sono tuttora sospese e molto meno incidenti (relative a transazioni e competenze professionali di Anas), nel ritrovato equilibrio dei ruoli, su queste dovrà esprimersi il .
Alla lunga è prevalsa la tesi sostenuta sin dai primi giorni dall'Amministrazione, ossia che l'on. Giuseppe Buzzanca, agendo in qualità di Commissario e non di Sindaco, ha implicato responsabilità del Governo e non del Comune. Anche gli svincoli, come molto del lavoro fatto in questi tre anni, ha questa caratteristica: un lavoro duro, faticoso, nascosto ed esponibile con parsimonia. Questo, nella civiltà dell'immagine, dell'apparenza (forse anche dell'”appariscenza”) e dell'urlo competitivo viene da alcuni letto come debolezza e rinunciatarietà.
Non è così: è la pazienza di chi interpreta il proprio ruolo affidandosi non agli equilibri di potere o alle scorciatoie politiche, ma alla qualità delle argomentazioni, per la costruzione dei giusti rapporti istituzionali. E' giusto dare atto di questo, riconoscendo la qualità e l'onestà intellettuale di tutti coloro che, dal ministro Graziano Delrio ai nuovi amministratori di ANAS e al CAS, hanno contribuito a chiudere una vicenda complessa che appariva davvero di difficile soluzione”.

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