#Messina. Stati Generali, LabDem: “Attivare un tavolo di concertazione nazionale”

Luigi Beninati
Luigi Beninati

Stati Generali di Messina, l'intervento di Luigi Beninati, responsabile Politiche economiche e finanziarie di LabDem, su risanamento economico e sviluppo della .

“Nella mia qualità di responsabile per le proposte politico-economiche e finanziarie dell'associazione LabDem cercherò di presentarvi sintetizzando, per quanto possibile, le idee che sul tema ci convincono maggiormente e sulle quali rinviamo ad altre occasioni in cui ci ripromettiamo un confronto più dettagliato e preciso nel merito -ha esordito Beninati. Siamo convinti che una seria e competente azione di risanamento economico e finanziario della nostra Città non coinciderebbe con un aggravamento della crisi attuale, come qualcuno pensa, ma invece potrebbe diventare l'occasione per riordinare la macchina amministrativa creando i presupposti necessari affinché si affermino i principi di legalità e sviluppo sostenibile che desideriamo realizzare.

Passiamo quindi ad analizzare alcune delle principali cause che determinano una spesa corrente ormai insostenibile perché non in linea con i flussi di cassa effettivamente disponibili.

È accaduto nel tempo che per carenza di visione strategica si è appesantita con continue assunzioni di personale prima la struttura del Comune e poi quella delle aziende partecipate o di proprietà esclusiva dell'Amministrazione della Città, senza che ciò fosse realmente necessario per un migliore funzionamento delle stesse e senza un adeguata ricerca delle figure professionali che invece sarebbero state utili ad un migliore e più efficiente espletamento dei servizi.

Tale situazione malgrado oggi non sia più sostenibile non viene messa in discussione, in particolare le cooperative che svolgono i , l'ATM, MessinAmbiente e l'Ente Teatro presentano organici pletorici seppur carenti di alcune specifiche figure professionali. Nessuno di noi vuole oggi fare pagare ai lavoratori il prezzo della crisi economica che stiamo vivendo, però è pur vero che qualche cosa si deve fare poiché non è possibile far finta di nulla e anno dopo anno stanziare nei bilanci somme che essendo insufficienti finiscono con il determinare un aumento della massa debitoria e una sempre più insufficiente attività di manutenzione dell'intera Città e delle attrezzature necessarie all'espletamento dei servizi essenziali.

Messina portoTale situazione impedisce inoltre che le aziende comunali programmino una qualsiasi iniziativa d'investimento, sia pur necessaria ad ammodernare e rendere efficienti i servizi. Anche anche nei servizi sociali si pensa più a trovare risorse per pagare stipendi che ai soggetti che fruiscono dei relativi servizi, che a volte sono addirittura scadenti come abbiamo potuto constatare con l'accoglienza anziani a “Casa Serena” o per l'emergenza rifugiati -non migranti-.

Bisogna quindi liberare risorse economiche oggi vincolate per effettuare interventi di cui la Città ha bisogno. Bene in estrema sintesi, noi proponiamo di attivare un tavolo di concertazione a livello nazionale che costituisca una autentica cabina di regia che consenta di portare a un numero congruo il personale oggi in organico con alla base un nuovo piano industriale di ristrutturazione per ogni singola azienda produttrice, trasformato contestualmente in SPA quelle realtà che ancora non lo sono.

Ciò potrebbe comportare l'utilizzo di strumenti come la cassa integrazione o di incentivazione all'esodo oltre che di prepensionamento in deroga. Strumenti ottenibili solo con un intesa politica romana di forte spessore. Bisogna infatti far pesare la circostanza che Messina è la 13^ Città d'Italia e che in altri casi il Governo è già intervenuto finanziariamente e in deroga alle leggi vigenti.

Non chiediamo soldi a pioggia ma di fare considerare che a Messina già si applicano le aliquote massime d'imposta imponibili ai cittadini e che ciò nonostante risulta insopportabile il livello raggiunto dalla spesa per salari e stipendi direttamente o indirettamente sostenuti dal Comune. Visto che in caso di dissesto sarebbe sempre Roma a dovere pagare i debiti che la Città non è in grado di onorare, sarebbe molto più utile studiare il sistema più indolore per ridurre tale spesa e per poi potere assumere con concorso quelle figure necessarie al buon funzionamento delle aziende in ristrutturazione.

Occorre riequilibrare la spesa corrente restituendo efficienza al  sistema, ciò consentirebbe anche di trovare risorse per negoziare il rientro dai debiti contratti che sono in attesa di essere onorati e di rientrare nei parametri previsti per l'ottenimento dei mutui necessari alle politiche d'investimento. Risanamento è sviluppo non sono quindi in antitesi, tutt'altro sono invece elementi che si possono e si devono intrecciare per ridare vigore all'economia della Città.

La strada per fare uscire il Comune di Messina dallo stato di degrado in cui versa c'è, bisogna solo trovare la forza di tornare a fare politica con la P maiuscola. In in questo senso città del Sud Italia anche piccole come Matera, divenuta capitale internazionale della cultura, insegnano che tutto e possibile purché le proposte si sappiano portare avanti con coerenza e convinzione.

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