Messina sprofonda. Trovato: indispensabile il monitoraggio

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Il cedimento del manto stradale e del marciapiede

La mancanza di una seria manutenzione inizia a farsi sentire e Messina inizia a sprofondare. Quando c'erano i fondi a disposizione nessuno ci ha pensato e adesso l'incolumità dei cittadini è sempre più a rischio.

Dopo le buche, ma forse sarebbe meglio definirle voragini, che si sono aperte nei giorni scorsi in viale Boccetta e in viale Principe Umberto, il nostro fotografo Dino Sturiale ne ha scoperta un'altra davanti alla farmacia Grasso, accanto al .

Le immagini mostra senza ombra di dubbio un cedimento consistente non solo del manto stradale ma anche del marciapiede e una crepa che arriva fino alla facoltà di Giurisprudenza.

Farsi prendere dalla psicosi da buca è inutile, ma viene da pensare se la città sia pronta a gestire eventi come quelli delle due voragini di viale Boccetta e di viale Principe Umberto, che solo perché avvenuto in un giorno festivo non hanno avuto conseguenze gravi.

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La crepa ben visibile sul manto stradale ( Dino Sturiale)
“Questi sono problemi vecchi che adesso vengono inevitabilmente a galla -spiega Santi Trovato, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Messina. Quando 30 o 40 anni fa c'erano ancora i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno nessuno ne ha saputo o voluto approfittare e adesso si pagano le conseguenze.
Ovviamente, bisogna stabilire da cosa dipende nello specifico questo avvallamento, se da una perdita della rete fognaria o dell'acquedotto, anche se l'ideale sarebbe creare le cosiddette gallerie di servizio, che dovrebbero servire a controllare e a gestire tutte le reti cittadine.
Invece, quando si scava per lavori inerenti la rete telefonica o altro, non sempre poi il manto stradale è ripristinato a dovere e le conseguenze sono piuttosto evidenti. Partendo dall'anno zero, per realizzare le gallerie di servizio servirebbero centinaia di milioni di euro. Una somma enorme, difficilmente reperibile. Con l'1% dei soldi destinati al ponte si potrebbe lavorare molto sulla messa in sicurezza, ma nessuno ne parla.
Però, visto che questi problemi sono comuni a tutte le città, si potrebbe almeno provvedere con un monitoraggio informatico del sottosuolo, come già di fa altrove. Resta da capire quanto l'amministrazione possa spendere per un servizio del genere e cosa intenda fare. Un primo passo potrebbe essere il potenziamento della manutenzione e delle squadre di intervento ma, ripeto, deve essere il Comune a esprimersi in tal senso”.

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