#Messina. Sanità, la FP Cgil: “ASP 5 smantella il pubblico per il privato”
La FP Cgil di Messina boccia la riorganizzazione della riabilitazione presentata dalla asp 5, chiede la rimozione del Capo Dipartimento del servizio Giuseppe Quattrocchi e minaccia il ricorso alla Procura della Corte dei Conti.
Secondo il sindacato la ristrutturazione ipotizzata di fatto smantella un servizio fondamentale come la riabilitazione a favore delle strutture private.
“Secondo quanto sostenuto dallo stesso Quattrocchi -spiegano il segretario generale della FP Cgil Clara Crocè e il coordinatore provinciale del settore Nino Trino- in città dovrebbe continuare a operare le 9 strutture private ed eliminare il servizio pubblico offerto dal Mandalari, senza tenere conto delle liste di attesa nella nostra città.
Ci chiediamo quali siano le reali motivazioni che spingono stanno alla base di questa sciagurata decisione che va a incrementare i privati, penalizzando il servizio pubblico. Il dirigente intende dirottare gran parte dei 28 terapisti nei centri della provincia, dove l'ASP 5 non è in grado di dare risposte sufficienti”.
Di fatto, Quattrocchi ammette implicitamente che il servizio che dirige non riesce a fornire risposte adeguate all'utenza. “Simili affermazioni -incalzano Crocè e Trino- dovrebbero spingere il direttore generale dell'ASP Gaetano Sirna a rimuovere dall'incarico Quattrocchi. Un dirigente remunerato con soldi pubblici dovrebbe organizzare e rendere efficiente il servizio e non smantellarlo come se fosse un commissario liquidatore“.
Ma le contestazioni della FP Cgil non si limitano allo smantellamento in quanto tale, visto che la realizzazione dello stesso penalizzerebbe pesantemente gli operatori. Il sindacato parla di “trasferimenti illegittimi” decisi da Quattrocchi, che “tenta di mascherare con provvedimenti d'urgenza motivazioni probabilmente occulte che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti dall'autorità competente”.
Sulla vicenda la FP Cgil ha già dato mandato ai propri legali e non esclude di inviare l'intera la documentazione alla Procura della Corte dei Conti.
“Non comprendiamo come possa essere giustificato il trasferimento di 2 unità da Messina a San Teodoro (200 chilometri al giorno, con annesse spese a carico delle casse pubbliche) dove è già presente una unità, vista la potenziale richiesta che potrebbe scaturire da una comunità di un migliaio di abitanti. E' evidente l'incongruenza nel rapporto tra terapista e numero di potenziali assistiti”. Da chiarire infine anche il ruolo della società Servizi Riabilitativi, fino a tempi recenti controllata dall'ASP.