#Messina. Prime reazioni all’Operazione Totem

Luigi Tibia, boss mafioso di Giostra
Luigi Tibia, boss mafioso di Giostra

Dopo gli arresti dell' Totem, con la quale è stato inflitto un duro colpo al clan di Giostra, il colonnello Iacopo Mannucci Benincasa, comandante provinciale Carabinieri di Messina, commenta che “i carabinieri hanno restituito oggi allo Stato quei beni confiscati che, grazie alla complicità dei loro amministratori giudiziari erano rimasti nelle mani delle cosche messinesi. Si tratta di società e imprese, tra cui alcuni stabilimenti balneari e numerose sale scommesse, sottratte alla mafia già nel 2011, che continuavano a essere gestiti direttamente (insieme a vari ristoranti, discoteche e impianti sportivi del capoluogo) da alcuni prestanome dei clan, garantendo ogni mese introiti illeciti per centinaia di migliaia di euro. Noi crediamo che il sequestro dei beni della mafia continui a rappresentare uno degli strumenti più efficaci per il contrasto a “cosa nostra”, ma occorre combattere anche l'infedeltà di quegli amministratori giudiziari, pagati da tutti i cittadini, che rischia di vanificare gli sforzi compiuti in questo settore”.

Francesco D'Uva, portavoce del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Nazionale Antimafia, dichiara che “L'operazione antimafia Totem scattata questa mattina in tutta la Sicilia, e sfociata in 23 arresti, conferma l'impegno di Forze dell'Ordine e magistratura nel combattere la criminalità organizzata. A loro vanno le mie congratulazioni, per essere riusciti a sgominare un intero clan che gestiva gli affari nel rinomato quartiere di Giostra, a Messina. Secondo quanto emerso, questa famiglia mafiosa era riuscita a mettere le mani su stabilimenti balneari, scommesse clandestine, corse di cavalli e anche società confiscate. Una situazione gravissima, considerando che il clan poteva contare sull'appoggio di un amministratore giudiziario, ovvero un rappresentante delle istituzioni. Adesso le indagini e i processi faranno il proprio corso, ma le istituzioni devono impegnarsi affinché episodi del genere non si ripetano in futuro”.

“Le circostanze portate alla luce dalle indagini condotte dalla e dai Carabinieri con l'Operazione Totem dimostrano ancora una volta quanto a Messina l'economia sia inquinata dalla mafia e che numerose attività siano direttamente riconducibili alle organizzazioni mafiose operanti nei quartieri della città -puntualizza il Comitato Addiopizzo Messina– esprime il proprio sostegno a Magistratura e Forze dell'Ordine che dopo l'operazione Matassa, relativa ai clan della zona sud, assestano un duro colpo questa volta al clan di Giostra, dimostrando così quanto sia ancora fortemente radicato il controllo criminale del territorio messinese. Il Comitato lancia un appello a tutto il tessuto sociale ed economico della città, perché chi ancora paga il pizzo collabori con gli inquirenti e denunci qualunque attività estorsiva o di infiltrazione mafiosa nelle aziende e nelle attività imprenditoriali. A tutti gli operatori economici, imprenditori, commercianti e liberi professionisti l'invito ad aderire pubblicamente alla lista pizzo free impegnandosi così in un percorso di trasparenza e di legalità. Al sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Messina chiediamo di conoscere i motivi che impediscono di approvare in Consiglio Comunale il Regolamento Antimafia, che contiene una serie di misure antiracket e di sostegno a chi denuncia, che rappresenterebbe una seria risposta politica alle operazioni Matassa e Totem”.

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