#Messina. Porto di Tremestieri: ecco perché non funzionerà mai

Porto-TremestieriIl porto di è chiuso dall'inizio di novembre. Dopo un fermo di 3 anni del secondo approdo e un'apertura in pompa magna ai primi di agosto, a soli tre mesi l'intera struttura, quindi anche l'unico molo attivo tra il 2011 e il 2014, è andata in tilt e non si sa quando riaprirà.

Sull'intera vicenda interviene il consigliere comunale del Gruppo Misto Gino Sturniolo, con una molto dettagliata, che pubblichiamo integralmente.

“Tra il 2000 e il 2001 un forte movimento di cittadini impose a Messina il tema dell'attraversamento della città da parte dei TIR. In risposta a una serie di incidenti causati dai mezzi pesanti si moltiplicarono le manifestazioni, i sit-in, i blocchi stradali, per giungere, infine, ad un grande corteo che si concluse con l'occupazione degli imbarcaderi della Caronte e il blocco delle navi.

In seguito, a Messina furono assegnati i poteri speciali per il traffico. La nostra città prendeva, quindi, al volo, il nuovo corso caratterizzato dalla politica dell'emergenza. Considerando che in quegli anni si rilanciò l'ipotesi del Ponte sullo Stretto, possiamo dire che Messina rappresentò in pieno il primo decennio del Duemila: grandi opere ed emergenza.

 Il piano finanziario del Ponte sullo Stretto era fondato sugli incrementi di Pil del Meridione, cui avrebbero corrisposto in automatico incrementi corrispondenti nell'attraversamento dello Stretto da parte di auto e TIR. Quelle previsioni risultarono del tutto sbagliate. Anche le più pessimistiche risultarono essere largamente sovradimensionate.

Una fase dele operazioni di dragaggio nel porto di Tremestieri l'estate scorsa
Una fase delle operazioni di dragaggio nel porto di Tremestieri l'estate scorsa

 

Se l'ipotesi di crescita alta prevedeva un aumento medio del Pil del 3,8% tra 2001 e il 2011, l'ipotesi di crescita bassa si attestava, per lo stesso periodo, sull'1,8%. Avvenne, invece, che solo nel 2006 si superò di poco l'1%, all'interno di un trend medio dello 0,5%. Dal 2008 si entrò nel mondo del meno.

L'ipotesi del porto di Tremestieri nasce dentro la prospettiva di un grande incremento del traffico nello Stretto e l'approdo, che rimarrà sempre d'emergenza benché nell'immaginario collettivo assumerà il compito di liberarci dai TIR, dal loro inquinamento e dai loro rischi, nel periodo successivo all'inaugurazione, nel 2006, liberò il traffico cittadino di circa il 60% dei mezzi pesanti.

In realtà, Tremestieri rivelò ben presto gli aspetti negativi, che si tradussero in periodiche chiusure (totali o parziali) causate dalle mareggiate e dagli insabbiamenti. Nei fatti, nel 2009 passarono dalla rada San Francesco il 30% dei TIR, nel 2010 il 50%, nel 2011 il 53%, nel 2012 il 73%.

Gino Sturniolo
Gino Sturniolo (Foto Paolo Furrer)

Tutto questo avveniva mentre gli attraversamenti dello Stretto si riducevano drasticamente. Nel 1999 attraversavano lo Stretto di Messina 2.328.000 tra autovetture e moto e 1.238.000 mezzi pesanti. Nel 2013 le autovetture sono state 1.584.000 e i mezzi pesanti 675.000.

Per il 2014 è prevista un'ulteriore riduzione, rispetto all'anno precedente, di circa il 15%. Siamo, insomma, di fronte a un drastico mutamento di scenario che ha visto dimezzarsi gli attraversamenti e che prelude, stante l'incedere della crisi, a ulteriori ridimensionamenti del traffico.

Insomma, si può dire che in larga misura la contrazione degli attraversamenti della città da parte dei mezzi pesanti è stata determinata più dalla crisi che dal porto di Tremestieri che, a tutti gli effetti, si è dimostrato la foglia di fico che ha alimentato una speranza di soluzione del problema mai attuata.

Nel mentre, a guadagnarci sono stati gli armatori che hanno potuto, indisturbati, continuare ad utilizzare la più economica tratta Villa San Giovanni-Rada San Francesco.

Tutti siamo stati attori di uno spettacolo che ha visto, tra l'altro, l'approdo di Tremestieri, diventato un cantiere perenne, moltiplicare i propri costi, come tutte le opere del sistema dell'emergenza che si rispettino e, nel susseguirsi di ordinanze e deroghe, svanire la contezza dell'Ecopass, rispetto al quale neanche l'amministrazione Accorinti è stata capace di fare un'operazione verità”.

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