Messina, Piano di Riequilibrio: la versione di Basile aspettando la decisione della Corte dei Conti
MESSINA. Nonostante la relazione del magistrato istruttore della Corte dei Conti non lasci molte speranze rispetto alla possibilità di evitare la dichiarazione di dissesto, il sindaco Federico Basile dichiara di non essere preoccupato. Sei giorni dopo che il testo è stato condiviso e pubblicato, stamane il primo cittadino di Messina ha convocato una conferenza stampa per dare la propria versione dei fatti. Basile si è dichiarato convinto di riuscire a chiarire le criticità rimproverate a Palazzo Zanca e di poter capire “il cambio di impostazione nella gestione contabile del Comune”.
Ma i rumors che si inseguono nei corridoi del Municipio danno una versione ben diversa. Raccontano di un'atmosfera molto tesa, mentre su tutto domina la consegna di dimostrare sicurezza aspettando il 18 luglio, quando la magistratura contabile, dopo avere ascoltato ancora una volta il sindaco di Messina, deciderà il futuro della città.
Una relazione, quella del magistrato istruttore della Corte dei Conti, che smonta pezzo per pezzo il Piano di Riequilibrio presentato dal Comune di Messina. Tra fondi vincolati utilizzati per altri scopi, mancati accantonamenti per i contenziosi a partire da quello con l'ATO3 (al quale sono dedicate oltre 2 pagine), l'aumento dei costi della politica di gatte da pelare ce ne sono un bel po'.
“La nuova versione del Piano dispiega i suoi effetti negli esercizi 2022/2033 -si legge nella relazione- al fine di
garantire la copertura di passività pari ad euro 120.466.837,63, le quali, sommate alla restituzione del fondo di rotazione, pari ad euro 34.636.187,68, raggiungono l'importo complessivo di euro 155.103.025,31. Dall'esame della massa passiva e delle misure finalizzate al recupero degli equilibri di bilancio e alla copertura della situazione debitoria emergono le criticità ampiamente segnalate nella presente relazione, con particolare riferimento ai debiti fuori bilancio e alla situazione del contenzioso. In merito alla misure previste nel Piano per il ripiano della massa passiva, sono emerse altrettante criticità, sulle quali l'Ente è chiamato, in sede di contraddittorio, a fornire ulteriori chiarimenti indicati nella presente relazione. Anche in ordine alla situazione finanziaria attualizzata, l'esame dei documenti contabili ha fatto emergere la sottostima dei fondi accantonati (in particolare FCDE e contenzioso), con riflessi sul risultato di amministrazione e sul recupero del disavanzo. Emergono, altresì, ulteriori criticità relative: 1. alle risultanze generali degli equilibri di parte corrente di competenza e di cassa; 2. all'incremento delle spese correnti; 3. agli effetti sull'evoluzione della cassa, derivanti dalle mancate riscossioni degli accertamenti di competenza e dei residui; 4. risultati negativi della gestione dei residui, scarsa capacità di riscossione dei residui attivi e di pagamento dei passivi e permanenza di residui attivi e passivi di elevata anzianità”.
Insomma, nero su bianco sembra esserci, a meno di auspicabili smentite per il futuro della città il 18 luglio prossimo, una vera e propria Caporetto del cosiddetto “Modello Messina” che l'ex sindaco Cateno De Luca, autore del Piano di Riequilibrio (per il quale dichiarò nel febbraio del 2022 poco prima di dimettersi per tentare la scalata alla presidenza della Regione Sicilia: “Non me ne potevo andare lasciando aperto un argomento così delicato. Rivendico la paternità di quello che ho fatto prendendomene la responsabilità”) insieme all'attuale primo cittadino Federico Basile, ha sempre dichiarato di voler esportare altrove.
Qui il testo integrale del magistrato istruttore della Corte dei Conti. corte