Messina, Piano di Riequilibrio e dichiarazione di dissesto: la relazione della Corte dei Conti lascia poche speranze
PALERMO. Una relazione lunga 103 pagine che inchioda chi ha avallato e firmato l'ultima versione del Piano di Riequilibrio e che sembra consegnare Messina alla dichiarazione di dissesto. Le poche righe scarne depositate il 9 maggio scorso non facevano presagire nulla di buono. Adesso che c'è la relazione i presagi sono diventati certezze. La Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana è stata convocata il 18 luglio alle 11 per il contraddittorio con il Comune di Messina. La relazione è stata trasmessa al sindaco Federico Basile, al segretario generale Rossana Carrubba, al responsabile del Servizio finanziario e al Collegio dei Revisori dei Conti. Fino a oggi Basile si è detto tranquillo rispetto all'esito dell'ultima convocazione, ma le criticità emerse dalla relazione del magistrato istruttore Massimo Giuseppe Urso sono davvero tante.
Cosa potrà dire o ribattere il sindaco di Messina durante l'adunanza del 18 luglio prossimo non è dato sapere, ma è difficile credere che possa ribaltare a favore della città, evitando la dichiarazione di dissesto che dal 2013 pende come una spada di Damocle sul futuro del territorio.
In ogni caso, sindaco, segretario generale, responsabile del Servizio finanziario e Collegio dei Revisori dei Conti potranno “trasmettere relazioni, memorie, atti e documenti di chiarimento o di replica entro le 13 del 7 luglio, salva l'eventuale produzione di ulteriori atti e documenti in relazione allo svolgimento del contraddittorio”.
Una relazione complessa, dettagliata, che smonta pezzo per pezzo il Piano di Riequilibrio. Tra fondi vincolati utilizzati per altri scopi, mancati accantonamenti per i contenziosi a partire da quello con l'ATO3 (al quale sono dedicate oltre 2 pagine), l'aumento dei costi della politica di gatte da pelare ce ne sono un bel po'.
“La nuova versione del Piano dispiega i suoi effetti negli esercizi 2022/2033 -si legge nella relazione- al fine di
garantire la copertura di passività pari ad euro 120.466.837,63, le quali, sommate alla restituzione del fondo di rotazione, pari ad euro 34.636.187,68, raggiungono l'importo complessivo di euro 155.103.025,31. Dall'esame della massa passiva e delle misure finalizzate al recupero degli equilibri di bilancio e alla copertura della situazione debitoria emergono le criticità ampiamente segnalate nella presente relazione, con particolare riferimento ai debiti fuori bilancio e alla situazione del contenzioso. In merito alla misure previste nel Piano per il ripiano della massa passiva, sono emerse altrettante criticità, sulle quali l'Ente è chiamato, in sede di contraddittorio, a fornire ulteriori chiarimenti indicati nella presente relazione. Anche in ordine alla situazione finanziaria attualizzata, l'esame dei documenti contabili ha fatto emergere la sottostima dei fondi accantonati (in particolare FCDE e contenzioso), con riflessi sul risultato di amministrazione e sul recupero del disavanzo. Emergono, altresì, ulteriori criticità relative: 1. alle risultanze generali degli equilibri di parte corrente di competenza e di cassa; 2. all'incremento delle spese correnti; 3. agli effetti sull'evoluzione della cassa, derivanti dalle mancate riscossioni degli accertamenti di competenza e dei residui; 4. risultati negativi della gestione dei residui, scarsa capacità di riscossione dei residui attivi e di pagamento dei passivi e permanenza di residui attivi e passivi di elevata anzianità”.
Insomma, nero su bianco sembra esserci, a meno di auspicabili smentite per il futuro della città il 18 luglio prossimo, una vera e propria Caporetto del cosiddetto “Modello Messina” che l'ex sindaco Cateno De Luca, autore del Piano di Riequilibrio (per il quale dichiarò nel febbraio del 2022 poco prima di dimettersi per tentare la scalata alla presidenza della Regione Sicilia: “Non me ne potevo andare lasciando aperto un argomento così delicato. Rivendico la paternità di quello che ho fatto prendendomene la responsabilità”) insieme all'attuale primo cittadino Federico Basile, ha sempre dichiarato di voler esportare altrove.
Per il momento da Palazzo Zanca non arriva alcuna dichiarazione sulla relazione della Corte dei Conti.
Qui il testo della Corte dei Conti.